Buso della Pisatela – Pater Noster – 09.02.2013

La macchina di Mirco ha un buco nella gomma!

Fu così che iniziò la nostra giornata agli scavi del ramo in fondo a destra del Pater Noster.

 

Buso della Pisatela - Cecilia

Nessun problema, cambiamo la ruota subito per evitare il buio e il gelo della sera.
Attraversiamo il bosco innevato, il Moreio entra per primo ed io, essendo vice capo della spedizione dovevo entrare per ultima.
Fu lì che cominciarono le rogne: Mirco e Cecilia, conosciutosi in occasione dell’uscita, iniziarono a “ciacolare” e si persero in un simposio tecnico – filosofico – sessuologico  cioè:”come si fà per partorire un figlio maschio”.
Dopo vari richiami e sollecitudini per non far sgolare il Moreio urlando “LIBERA” ,  ghiacciarsi e per ultimo preoccuparsi, io decido di scendere e … voi vi arrangiate.
Ricompattata la squadra partiamo alla volta degli scavi.
Cecilia continua a far foto e poi si accorge che ha perso la macchina fotografica,  l’aveva messa senza custodia sopra la chiusura del sacco trapano…
Io  parto a cercarla, ma torno senza averla trovata e,  Cecila, che a sua volta mi aveva seguita, sparisce anche lei.
Torno a cercare Cecilia, Mirco mi segue e va verso il pozzo, percorro un pezzo di Megan Gale ma poi torno indietro, dopo un po’ trovo Cecilia, bella come il sole che “essendosi persa” si era spapparazata al sole del buio per ascoltarne il silenzio.
Nel frattempo Moreio si era messo a disostruire il passaggio basso e allagato, appena finisce passiamo tutti con tranquillità e finalmente arriviamo agli scavi.
Mirco e Cecila cominciano il rilievo, io e il Moreio cominciamo a disostruire la nostra meta.
Dopo un po’  Moreio si mette a riposo, Mirco scava e noi donne finiamo il rilievo.
Cecila che nel frattempo si era fatta prendere dal gioco del rilievo, si fida di me nel terminarlo perché, essendo io sarta, più anziana di lei ” ho abbast
E’ giunta l’ora, adesso posso passare la strettoia quasi senza problemi.anza l’occhio delle misure e dei traguardi”.

Tira tanta aria verso la parte ancora da esplorare.
La grotta continua con una curva a destra, poi mi permette di alzarmi in piedi, ma subito torno a gattonare.
Si presenta come il Megan Gale.
Dopo due metri trovo due sassi che ostruiscono il passaggio e una pozzetta dal bordo liscio, di la continua stretto sempre con altri due sassi che stringono, poi continua il suo normale percorso dritto  e, di lato, sembra che allarghi in alto.
Allora: o mi bagno proprio tutta, visto che devo appoggiare anche la testa sull’acqua per passare o torno indietro e ne discuto nei prossimi giorni con i miei compagni.
In ultima decido che “ Pozzetta Betty” dormirà ancora sogni tranquilli per un po’.

Non è finita qui, perché uscite noi donne, fatte le foto e tutto quello che fanno le donne… Ci perdiamo!
Decidiamo quindi di seguire le impronte che scendevano a valle, infatti dopo cinquanta metri, arriviamo alle luci della contrada.
Oramai era buio e il ghiaccio non si vedeva più.Buso della Pisatela - Mirco e Morejo
Cecila nel prendermi in giro perché scivolavo, ruzzolò per terra quasi da rompersi un polso.
Per non farci ridere addosso l’unica soluzione era sperare che gli uomini non arrivassero prima di noi alla macchina.
… Dopo un po’ sentiamo arrivare la voce di Mirco che ci urla: ma non vi siete ancora cambiate?
E no, sai: “il mailon è ghiacciato, le nostre mani sono ghiacciate e non riusciamo a togliere l’imbrago!”

Ciao, alla prossima!
Ga!

Ovviamente con il cuore, anche Cecila!