Buso della Neve del Zingarella

Il Buso della Neve è un imponente cavità del Monte Zingarella, sull’ Altopiano dei Sette Comuni, che si apre a quota 1780mt s.l.m. localizzata dal nostro gruppo nel lontano ’69.
La grandiosa imboccatura si apre sul lato sinistro di una mulattiera che parte da Malga Zingarella.
L’ingresso ha una forma allungata impostata all’incrocio fra una frattura e una faglia e misura fino a 70 mt di lunghezza.
Si scende una erta scarpata per circa una quarantina di metri fino ad un paio di tiri di corda su due terrazzini ghiaiosi da pochi metri che permettono di intrufolarsi in un apertura tra un tappo di neve e la roccia.
Si giunge qui a Sala Mediana salone ricco di deposito nevoso e caratterizzato da enormi colate di ghiaccio, nonchè da stalagmiti bulbose, sempre di ghiaccio.
Da qui proseguendo in un scivoloso cunicolo  contornato di ghiaccio si arriva ad un pozzetto da 6/7 metri con la volta tappata dal ghiaccio soprastante.
Si giunge ad una lunga cengia e all’apertura di uno sfondamento del tappo di neve che dà accesso ad un pozzo di una cinquantina di metri.
Ci si cala per il pozzo superando il mastodontico tappo di ghiaccio e arrivando alla base di un enorme ammasso detritico in forte discesa che si espande per tutta la dimensione della sala detta Sala Zero.
Sala Zero si espande in pendenza per oltre 50 mt di profondità e, al suo centro, si apre un’ ampia espansione laterale interessata da stillicidio esattamente nel punto di giunzione di due spaccature.
Siamo ormai a pococ meno di 200 metri di profondità
Il fondo riporta la Sala leggermente in piano e una piccola condotta laterale dà adito ad una successiva saletta che, risalita, porta ad una lunga strettoia e ad una serie di pozzi tutt’ora in eplorazione.
Le esplorazioni sono ricominciate verso la fine della stagione estiva del 2012 grazie allo scioglimento dei ghiacci di superficie che da molti anni occludevano il passaggio verso l’ignoto.
Crediamo e speriamo che questa possa finalmente essere la via che porta alle vere potenzialità di questo Abisso.
p.s.:le foto sono state fatte durante la prima visita del 2012 dagli amici dell’  S-Team, che ringraziamo.
[Marco Boarin]

Tornando a quota -40 appena sotto ai primi due tiri di corda, si incontra il primo pozzo della via dei meandri, il Pozzo dell’Aio (toponimo scaramantico) ricco, alla base, di materiale di crollo.
Alla base di questo, che sprofonda per una ventina di metri, si stacca un agevole meandro lungo una sessantina di metri e successivamente una saletta sub-circolare sormontata da un alto camino.
Dalla parte opposta del meandro si prosegue lungo un corridoio a forra con andamento in salita secondo la pendenza degli strati , il quale va riducendo progressivamente le sue misure.
Ad un certo punto si sbocca in Sala Roma il cui pavimento in forte discesa conduce ad un pozzo in diaclasi che sprofonda per una decina di metri.
Prendendo a sinistra si percorre l’ampia Galleria Mamama (Marzaro,Marchioro,Masetto) fino ad un pozzo di 9 metri, detto Pozzo del Nonno, dal fondo del quale si stacca uno splendido meandro tagliato nella roccia viva.
Dopo aver superato con difficoltà le bianchissime pareti del meandro si sbocca in una forra altissima percorsa da un rivolo d’acqua.
Seguendo il corso d’acqua si incontra un pozzo cascata caratterizzata da colorazioni rossastre della roccia.
La galleria a forra, alta fino a sessanta metri,  sprofonda con una successione di pozzi di modesta profondità, superati i quali  si raggiungono i 200 metri di profondità e la grotta si esaurisce contro una ciclopica frana che occlude completamente la galleria.

[Tratto da Dimensione Buio e Stalattite ’96-’98]

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