Set 30 2013
Però Prometteva Bene 28.09.2013
Ciao a tutti! Partecipanti: Igor, Flavio, Mauro.
Dopo il solito budello massaggia – fianchi, peraltro oggetto di qualche “curetta” per consentire a Mauro di passare, arriviamo in testa al pozzo.
Per primo arma Mauro, seguito da Flavio e dal sottoscritto.
Mauro fraziona in due punti e poi vediamo dall’alto la luce del led oscillare di qua e di là…sta cercando di capire come va a finire il Leviatano e cerca pure un posto per frazionare.
La corda non basta e stimiamo almeno altri 20 metri per toccare il fondo…da quello che mi sembra di vedere prima della fine del pozzo sembra partire una galleria (da verificare) e in fondo al pozzo sembra ci sia una fessura…insomma, la storia continua…
Per primo arma Mauro, seguito da Flavio e dal sottoscritto.
Mauro fraziona in due punti e poi vediamo dall’alto la luce del led oscillare di qua e di là…sta cercando di capire come va a finire il Leviatano e cerca pure un posto per frazionare.
La corda non basta e stimiamo almeno altri 20 metri per toccare il fondo…da quello che mi sembra di vedere prima della fine del pozzo sembra partire una galleria (da verificare) e in fondo al pozzo sembra ci sia una fessura…insomma, la storia continua…
Devo chiudere perchè Sara sta menando Lucia (incredible che una bimba di 8 mesi mena una di 2 anni e 1/2).
Igor Dalla Costa
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Ciao a tutti.
Altri dettagli dal “Levitano”.
Come appena detto, sabato 28/09/2013 Igor dalla costa Mauro Regolini e io (Flavio Cappellotto) siamo andati al “Però Prometteva Bene” per scendete il Pozzo “Leviatano”.
Siamo entrati alle 10.30 circa, scesi fino all’ ingresso del meandro e visto che Mauro aveva gli strumenti per il rilievo abbiamo deciso di non perdere troppo tempo a disostruire, abbiamo allargato un solo punto.
Arrivati in testa al pozzo Mauro ha armato con la corda da 100 che era già li.
Non siamo riusciti ad arrivare al fondo perché la corda è finita ci siamo fermati in una cengia a circa 15 mt dal fondo. Questa cengia molto grande è interessata per metà da una grossa frana e per il resto è bella pulita, bianca, senza detriti. Immagino che in periodo di piena venga percorsa da un grosso passaggio di acqua o da una cascata.
Da questa posizione non si ha una perfetta visuale del fondo che comunque sembra abbastanza detritico, il bordo della cengia 2 metri più sotto a noi è franoso ed inclinato, ma non avendo corda non ci affacciamo per non correre rischi inutili.
Il pozzo e circa un 80mt ed è grande, enorme, più della base del pozzo dei Pugliesi, la differenza è che è grande dalla cima al fondo! … sempre che il fondo sia quello che siamo riusciti a vedere noi.
Sul fondo c’è dell’altro, o uno sprofondo, o una galleria che va fuori vista.
Dal meandro di ingresso il pozzo sale per circa una decina di metri, la volta è grande tutta da guardare.
Il pozzo è molto bagnato, una doccia, e Igor dice che il “Voglia di Cabernet” adesso è in secca quindi non oso pensare quanta acqua circoli in caso di morbida o di piena.
Ci passa per la testa l’idea di ritornare all’ingresso del meandro a prendere una corda da 55mt che è rimasta fuori, ma non siamo molto convinti.
Il ritorno è stato fatto rilevando fino a fuori del meandro (ED E’ STATA UNA GRAN COSA) un ringraziamento a Mauro e ai suoi strumenti.
Mauro e Igor rilevano mentre io mi avvantaggio con un sacco grande, pesante e mezzo vuoto, con gli spallacci che mi fanno bestemmiare ad ogni metro.
Il meandro è un 200 metri di trincia ossa-distruggi tute, stretto, contorto, lungo e umido.
Anche se non c’è un grosso passaggio di acqua si fa tutto strisciando, sono pochi gli spazzi per rimettersi in piedi e il risultato è che si arriva al pozzo già bagnati.
In sintesi un meandro molto duro, ma fattibile e non particolarmente pericoloso, un mio consiglio: va affrontato in perfetta forma fisica.
Fuori dal meandro ci aspetta una corda da 55mt l’abbiamo guardata e commentato: “sarebbe stata una pazzia tornare a prenderla!”.
Cominciamo a risalire… io sono distrutto e stanchissimo, ho sofferto molto freddo, anche Mauro è abbastanza provato, l’unico messo meno male sembra Igor.
Alle 22,30 circa siamo fuori, stanchi, ma contenti…è’ stata una bella uscita.Flavio Cappellotto
Come appena detto, sabato 28/09/2013 Igor dalla costa Mauro Regolini e io (Flavio Cappellotto) siamo andati al “Però Prometteva Bene” per scendete il Pozzo “Leviatano”.
Siamo entrati alle 10.30 circa, scesi fino all’ ingresso del meandro e visto che Mauro aveva gli strumenti per il rilievo abbiamo deciso di non perdere troppo tempo a disostruire, abbiamo allargato un solo punto.
Arrivati in testa al pozzo Mauro ha armato con la corda da 100 che era già li.
Non siamo riusciti ad arrivare al fondo perché la corda è finita ci siamo fermati in una cengia a circa 15 mt dal fondo. Questa cengia molto grande è interessata per metà da una grossa frana e per il resto è bella pulita, bianca, senza detriti. Immagino che in periodo di piena venga percorsa da un grosso passaggio di acqua o da una cascata.
Da questa posizione non si ha una perfetta visuale del fondo che comunque sembra abbastanza detritico, il bordo della cengia 2 metri più sotto a noi è franoso ed inclinato, ma non avendo corda non ci affacciamo per non correre rischi inutili.
Il pozzo e circa un 80mt ed è grande, enorme, più della base del pozzo dei Pugliesi, la differenza è che è grande dalla cima al fondo! … sempre che il fondo sia quello che siamo riusciti a vedere noi.
Sul fondo c’è dell’altro, o uno sprofondo, o una galleria che va fuori vista.
Dal meandro di ingresso il pozzo sale per circa una decina di metri, la volta è grande tutta da guardare.
Il pozzo è molto bagnato, una doccia, e Igor dice che il “Voglia di Cabernet” adesso è in secca quindi non oso pensare quanta acqua circoli in caso di morbida o di piena.
Ci passa per la testa l’idea di ritornare all’ingresso del meandro a prendere una corda da 55mt che è rimasta fuori, ma non siamo molto convinti.
Il ritorno è stato fatto rilevando fino a fuori del meandro (ED E’ STATA UNA GRAN COSA) un ringraziamento a Mauro e ai suoi strumenti.
Mauro e Igor rilevano mentre io mi avvantaggio con un sacco grande, pesante e mezzo vuoto, con gli spallacci che mi fanno bestemmiare ad ogni metro.
Il meandro è un 200 metri di trincia ossa-distruggi tute, stretto, contorto, lungo e umido.
Anche se non c’è un grosso passaggio di acqua si fa tutto strisciando, sono pochi gli spazzi per rimettersi in piedi e il risultato è che si arriva al pozzo già bagnati.
In sintesi un meandro molto duro, ma fattibile e non particolarmente pericoloso, un mio consiglio: va affrontato in perfetta forma fisica.
Fuori dal meandro ci aspetta una corda da 55mt l’abbiamo guardata e commentato: “sarebbe stata una pazzia tornare a prenderla!”.
Cominciamo a risalire… io sono distrutto e stanchissimo, ho sofferto molto freddo, anche Mauro è abbastanza provato, l’unico messo meno male sembra Igor.
Alle 22,30 circa siamo fuori, stanchi, ma contenti…è’ stata una bella uscita.Flavio Cappellotto