Inizio attività estiva in Però Prometteva Bene

Era un pezzo che ne sentivo parlare… quella grotta che un tempo “chiudeva” ma “prometteva bene”, che a distanza di anni viene riconsiderata e si apre a nuove esplorazioni! Non ero ancora riuscito a visitarla, perciò in questo inizio di stagione non me la potevo far scappare!

Glisso sull’avvicinamento in quanto già raccontato da Gabri. Una volta all’entrata, e considerato che “ma sai che si sta veramente bene qua fuori…” ovviamente entriamo! Tentando di capire se la Speleologia sia uno sport oppure una scienza, Moreno taglia corto decretando che è semplicemente una pazzia! Bello… mi piace essere pazzo ogni tanto!

Fino ad ora avevo vissuto questa grotta solo attraverso i racconti degli esploratori e leggendo le varie mail che giravano in gruppo, per cui mi ero creato una mia immagine che si è rivelata molto più limitata di quello che invece la grotta è in realtà.

Iniziamo la discesa ed arriviamo al meandro che un tempo decretava la fine dei giochi. Ora fortunatamente si riesce a transitare, passando oltre mi trovo su un traverso molto scenografico che porta alla partenza del “Tritituli”, che funge anche da bivio tra i rami superiori e quelli inferiori. Mentre Cesare e Flaviano decidono di lavorare sul ramo del cuore, il resto della combriccola scende il pozzo.

Proseguiamo fino alla base del “Tremors” prima meta della giornata. Infatti bisogna sistemare il pozzo di bypass in modo da riuscire finalmente ad evitare di passare sotto la frana “Adrenalina”. Do un’occhiata ai massi… ce n’è uno grande come un’auto che sembra li pronto a muoversi. Mentre Marco Bo disarma la frana, io mi tengo da parte, attendendo che venga sistemato il bypass. Dopo un po’ di tempo l’armo è pronto e finalmente possiamo muoverci, l’attesa cominciava ad essere freddina e anche il poncho non serve tantissimo. Mi rendo conto che c’è un sacco di acqua in questa grotta.

Scendiamo il pozzo di bypass, mentre Moreno mi illustra come una finestra che si apre su di esso è l’uscita di “Adrenalina” e un crocevia per andare in varie diramazioni, tra cui il pozzo “Dei Pugliesi”. Mi sarebbe piaciuto dare un’occhiata ma la decisione è di sistemare l’accesso al crocevia per cui Moreno, Marco, Igor e Strapazzo si mettono alacremente al lavoro mentre io e Gabri decidiamo di visitare la “Via Vecchia”, se così si può chiamare.

Iniziamo la discesa… è tutta una seria di calate intervallate da salette con massi di crollo, intercapedini dove infilarsi e altre calate. Mi rendo conto che ci sono molte diramazioni, anche se l’intuito (o la pelagra) ci fa seguire la via principale. Infatti continuiamo a trovare nuove corde che scendono. Ogni tanto facciamo una pausa fotografica, Gabri è sempre un’ottima modella speleo, purtroppo non tutti gli scatti riescono bene. Pazienza, ci saranno altre occasioni!

Impressionante il pozzo “Voglia di Cabernet”, con quella sua strettoia che da su un altro pozzo e poi giù ancora! Ad un certo punto sentiamo un suono di acqua battente. Ci rendiamo conto che si tratta di un telone, posto in loco per proteggere le persone dall’acqua. Mi ricordo che Cesare parlava del telo, e dell’acqua e di quanto bagnata fosse la grotta. Ora anche io sto vivendo queste emozioni, pur con l’attenuante del visitatore. Spero un giorno di riuscire anche io a partecipare ad una esplorazione in questa grotta multiforme!

A questo punto si decide di risalire, anche se le corde continuano ad invitare alla progressione. Facciamo bene, infatti intercettiamo Igor poco sotto il bypass che si era mosso per venire a recuperarci. Risalendo, continuo a guardarmi attorno e a considerare quanto bella e varia sia questa grotta! In cima al Tritituli l’occhio mi cade su un paio di fix disarmati, che mi fanno venire in mente i discorsi letti riguardo il traverso posto in opera successivamente per aggirare una zona pericolosa…

Finalmente fuori, ci scambiamo le considerazioni e torniamo alla civiltà, non prima di una pausa pizzesca.

Prometteva Bene promette bene… spero che ci rivedremo!

Ubi