week end Zingarella – ferragosto 2020 …parte1

Fatta! Il weekend di ferragosto decidiamo di passarlo in tenda, destinazione Zingarella.
Come sempre troppi progetti/cantieri rendono difficile la scelta sul da farsi durante questi giorni di giubilo tra busi e mughi ,ma fortunatamente lunedì arriva un’illuminazione: un messaggio di Davide (Scrauso) ci mette al corrente dell’uscita fatta il sabato prima con Max (Savata) al fondo del buso della neve.
Al Buso della Neve sono sceso solo una volta quest’inverno, in una piacevole ravanata sulla neve fino a Sala Mediana per scavare in una frattura trovata da Flavio e Boa, resa praticabile dallo scollamento del ghiaccio dal fondo della Sala.

Buso della Neve – Ugo.

Bella esperienza! Scendere per l’altra via mi incuriosisce molto, anche perché ho solo visto da dove parte e non ho idea di cosa si possa trovare.
Durante la consueta videochiamata settimanale la decisione è unanime… sabato si scende al fondo!
La squadra dei punteros composta da Scrauso, Marco (Pietro il bello) e Ugo scenderà per prima, poi con calma scenderà la seconda squadra cioè quella composta da me e dal buon Flavio.
Durante la descrizione della discesa Scrauso usa un termine che, se usato da lui, per me ha un significato importante… “stretto”…. Vabbè dai l’unica cosa che posso dire è “nessun problema… ghè provo”!
Finalmente arriva il momento di scendere, gli altri sono partiti da circa mezz’oretta.
Ora tocca a me e a Flavio! In poco tempo ci troviamo alla partenza del mitico MaMaMa! Flavio mi chiede se voglio andare avanti e ovviamente dico di sì!
Il meandro dopo un po’diventa piacevolmente “coccoloso” , ma resta comunque spettacolare.
È bello perché, in diversi punti, puoi scegliere se proseguire alto oppure abbassarti per cercare la via più agevole.
Arrivati al trivio capisco di non aver scelto la via più agevole perché io striscio fuori da un buco a 2 mt di altezza dalla base del meandro mentre Flavio arriva dalla parte bassa camminando tranquillamente in piedi.. meglio così! Un po’di esperienza non mi fa male!
Arriviamo al Pozzo dell’Aio, finalmente un po’ di corda! Pozzo bellissimo… poi eccoci al Pozzo del Gran Coniglio, beh che dire, pozzo stratosferico!
Non immaginavo di trovare ambienti simili! Veramente bellissimo!
Scesi gli ultimi pozzetti arriviamo al famigerato meandro, quello con i bolli rossi per non sbagliare strada.
Parte Flavio che agilmente supera un paio di passaggi.
Tocca a me… stando un metro più alto mi sembra un pò più largo, provo.. niente.. stretto impestato! Allora provo ad abbassarmi un paio di metri… niente stretto impestato!

Zingarella – reperti bellici

In qualche maniera risalgo, prendo fiato e penso alle parole di Scrauso “stretto”… sono sul punto di mollare tutto e tornare indietro quando mi accorgo che, preso dalla voglia di passare, non ho visto una simpatica freccia rossa che indica dove andare!Dopo un paio di minuti di relax ci riprovo e, guidato da Flavio, passo quasi tranquillamente (cioè senza troppe imprecazioni). Poi ultima calata e ci siamo!
Sul fondo troviamo Ugo solo soletto intento a spostare sassi per scaldarsi un po’, Scrauso e Pietro il bello sono già impegnati su una risalita.
Facciamo due chiacchiere, mangiamo e beviamo qualcosa e poi arriva anche per noi il momento di risalire. In salita il meandro risulta essere più semplice del previsto! È giunta l’ora di pedalare un po’ pregustando una birretta fresca all’uscita!
Ovviamente al trivio del meandro MaMaMa sbaglio di nuovo e prendo la strada di certo più scomoda, ma ormai siamo fuori quindi nessun problema!
Nei pressi dell’entrata per Sala Mediana notiamo che la lingua di neve che una volta occludeva l’entrata ora è pericolosamente staccata dalle pareti, rendendo sconsigliabile la discesa, magari torneremo con il freddo a valutare la situazione.
Ad aspettarci alle macchine troviamo il resto del gruppo, Nick basalto, Boa e Paola, Chiara con Ilaria e Dario, Antonella con Isacco ed Emanuele! E ovviamente due birrette fresche fresche…

Un grazie a tutti per il bel weekend, e un grazie a Flavio per la pazienza!
Igor “Aigor” Costa

Zingarella – l’accampamento

E’ tanto che non scrivo, spero di non essere troppo lungo come era mia abitudine.
Mentre i punteros sono alle prese con la discesa, prepariamo imbrago e longe per far scendere la prima parte del Buso della Neve a Paola, Antonella e ai suoi bimbi Emanuele ed Isacco.
Ovviamente essendo i bimbi piccoli siamo scesi con molta calma e con molta attenzione anche per non muovere sassi lungo la discesa attrezzata con cavo d’acciaio fino alla cengia.
Io faccio scendere il più grande, Emanuele, mentre Antonella e Paola fanno scendere il piccolo Isacco.
Era un pò che non scendevo anche io in effetti e vedere che neve ormai ce n’è veramente uno sputo, soprattutto ripensando a quando, pochi anni fà, abbiamo scavato un tunnel in verticale per poter arrivare alla via dove oggi i nostri sono scesi, beh fà pensare non poco.

Grigliata in Zingarella – Boa

Arrivati alla cengia i bimbi vorrebbero scendere ancora, ma il salto si fà verticale e oltre a non aver l’attrezzatura necessaria, il gioco si farebbe decisamente pericoloso per loro.

Risaliamo in fretta che ormai le pance brontolano per la fame ed è già passata l’ora di pranzo.
Si è decisa anche Ilaria a metter l’imbrago quindi Paola e Antonella la accompagnano giù come fatto prima.
Nicola (Nick Basalto) fà volare il drone e vediamo insieme quale potrebbe essere la zona da esplorare quindi in breve prendiamo la via per i mughi.”Via”… beh via è una parola grossa in mezzo alle distese di mughi che si trovano in Altopiano, non esiste una via!
Ecco, di solito è così, se non che dopo esserci fatti strada nei primi metri di mughi in testa al Buso della Neve ed aver costeggiato lo stesso nella parte alta del pendio, troviamo, con nostro stupore, la strada già spianata dai mughi.
Sembra che qualcuno abbia lavorato di fino a suon di motosega ..mah..
Sta di fatto che risaliamo lungo la frattura che porta al Buso della Neve riflettendo sul punto ideale dove immugarci.
Incrocio lo sguardo con quello che ho riconosciuto come un camoscio, ma non essendo pratico in materia avrebbe potuto anche essere un altro quadrupede, magari un capriolo? cervo?  boh!
Raggiunto il punto dove è passato il quadrupede vediamo un ometto… qua? uhm… 
Invece che imbucarci nel minimo di strada in mezzo ai mughi dove si è infilato, prendiamo a destra da dove è arrivato passando per una  strada decisamente più agevole.
Scopriamo il presumibile perchè della sua presenza lì, una piccola percolazione di acqua su una parete rocciosa.
Parete rocciosa che dà su una lunga frattura con nessun interesse speleologico purtroppo.
Unico interesse la presenza corposa di stelle alpine come non ne avevo mai viste in Altopiano.
Torniamo indietro e Nick punta l’occhio su una conchetta dove ci stiamo dentro entrambi, liberiamo e vediamo di scavare terra e sassi, sembra fresco, ma zero aria, niente, va male anche sto giro.
Arriviamo nuovamente al Buso della Neve e torniamo alle macchine a far casin e relax aspettando che gli altri escano dal Buso.

Buso della Neve – Scrauso e Beautiful

Appena escono prepariamo il campo per la sera e metto sotto i bocchie alla ricerca di sassi più o meno grossi che mi servono per costruire il caminetto per la sera.

Piantate le tende viene già acceso il fuoco con i bocchie, Dario in testa, a stizzire il fuoco.
Vien scuro in fretta e stiamo lì a cucinare carne, sbevacciare e far casin.
Risveglio mattutino con qualche difficoltà da parte di alcuni (anca mi eh …). 
Con calma spostiamo le auto giù a Galmarara e su verso il Rifugio Tre Fontane, fermandoci prima alla ricerca del fantomatico buso descrittoci da Busellato e che già abbiamo cercato nelle scorse settimane.
Ci sparpagliamo sul ripido pendio in salita.
Sono nuovamente con Nick liberando la strada dai mughi in più punti.
Nick ne libera uno, che però si ribella, colpendolo al viso. 
Io più su sento solo “ahia” ripetutamente e dopo cinque bei minuti mi raggiunge.
Povero… un leggero graffio, ma un grosso gonfiore alla mascella!
Per lo meno l’occhio e lo zigomo sono salvi! 
Decide di proseguire e incrociamo per sbaglio la grotta che la volta scorsa era stata trovata da Aigor, chiamiamo a rapporto i soci sparpagliati in giro e in poco tempo entrano Aigor e Pietro il bello.
Nel mentre altro bel paninazzo.
Poco dopo escono ben infangati, ma con risultati nulli, la grotta prosegue per qualche metro senza dare adito a nuove prosecuzioni. Pazienza.
Scendiamo con i bocchie cercando la strada migliore mentre Flavio, Ugo e Pietro il Bello sono ancora in battuta.
Flavio torna con delle novità, ma relazionerà in un altro articolo.
Una volta che anche loro ci raggiungono alle macchine, dopo un pò di relax, Aigor con Chiara, Dario e Ilaria decidono che per loro è ora di scendere verso casa e così con loro anche Ugo con Antonella, Emanuele ed Isacco.

Zingarella – stella alpina

Restiamo io con Paola, Flavio, Nick, Scrauso e Pietro il bello.
Saliamo verso il Tre Fontane superandolo alla ricerca di un paio di cavità esplorate alla fine degli anni ’70.
Una viene trovata circa come da descrizione della nostra Bibbia (Dimensione Buio), ma dell’altra, nonostante i tentativi di Flavio e Nick anche con l’ausilio del drone, non c’è traccia.
Nel mentre Scrauso e Pietro scendono la cavità, ma in poco tempo sono già fuori dando esito negativo, non va.
Scendiamo verso valle prima di prender l’acqua. 
E cosa degna di nota, abbiamo raccattato un ragazzo di Padova con la zia che non ce la faceva più.
In auto scopriamo che la zia gli aveva detto sarebbero andati a far una passeggiata in montagna, lui non era decisamente attrezzato, portava delle normali scarpe da usare in centro, ma la zia lo ha portato a Cima XII ! 
Non proprio una passeggiata!
“Su co le recie” che gli speleo non sono sempre in altopiano a raccattare sprovveduti!!!
Chiudo dicendo solo che il tempo ci ha dato tregua per due ottimi giorni (notte compresa), che come sempre la compagnia è stata ottima e che anche stavolta io e Nick ci siamo fatti il nostro bel giro sul cassone del pick-up di Flavio su strade sterrate dove serve il permesso (che abbiamo) con le facce sgomente dei villeggianti della domenica a fissarci.

Boa

Zingarella – la grigliata

Buso della Neve – Pietro il bello