Uscita in Rana con Alpinismo Giovanile 14.10.2012 …mejo tardi che mai

Domenica 14/10/2012 fantastica uscita in “Buso della Rana” con l’AG

Ramo Messico”

Mi parve strano, che al venerdi sera, ultimo giorno per l’iscrizione, i bimbi iscritti fossero solo tredici, la grotta richiama sempre curiosità.
Boh, pensai, hanno tanti di quelli impegni?!
Il mattino di domenica, meraviglia delle meraviglie, al solito posteggio di ritrovo, ho contato ventisei bimbi.
Un po di panico iniziale.

Per fortuna che la logistica può anche cambiare svolta e così ci affrettiamo a recuperare altri caschetti e cinturini. Accantonata l’idea di percorrere il “Ramo Snoopy”, perchè troppo impegnativo, optiamo per “Ramo Messico”, più stretto ma meno aereo e, via verso il buio! I cinturini con la longe di sicura, servono per passare la “ferratina” sul lago di Caronte.
Certe bimbe, vista la piccola età, otto anni, fanno fatica a raggiungere i pioli, ma noi le aiutiamo a stendere le esili manine e afferrare la corda.
Proseguendo tra marmitte e pozzanghere, l’acqua si faceva sempre più alta e, più l’acqua cresceva, più crescevano le urla delle fanciulle.
A nulla serviva cercare la calma da parete degli accompagnatori; erano troppo confuse dal buio della grotta per soffocare la loro felicità.
Arrivati a “Sala dei massi “, consumiamo brevemente il pasto e ci inoltriamo dentro gli anfratti de
l “Ramo Messico”, ( così chiamato perchè Flaviano e C. , cantavano in continuazione la canzone di Vasco Rossi che dice “ vado al massimo, vado in Messico”. “ Cosa volete farci, gli speleologi sono persone strane e, spesse volte, danno i nomi alle grotte o ai pozzi o sbocchi laterali, in base alla situazione emozionale del momento”).
 Ad un certo punto a qualcuno barluma in testa di costruire una enorme palla di argilla per poi usciti, tirarmela addosso.
Siccome, nella costruzione, la palla, diventava sempre più pesante se la passavano, rallentando il cammino permettendo però, in questo modo, a quelli un po’ affaticati o impauriti di rilassarsi e gustarsi le grossolane o, certe altre deboli sfumature della roccia.
Man mano che il tempo passava la terra prese il sopravvento su di noi, fra spruzzi e lanci di pezzi di fango, talmente sporchi diventammo un tutt’uno con la grotta.
La bimba con la maglietta rosa e con i suoi capelli biondi sembrava una piccola maghetta, si può dire , la “ maghetta della terra”?

Anche i bimbi più piccoli erano un po’ magici, nei passaggi più bassi e stretti, velocemente, gattonando, cercavano la via da seguire e a distanza ci indirizzavano sulla via da percorrere.

Osservando i ragazzi più grandi, quelli cresciuti all’interno dell’Alpinismo Giovanile; ho notato in loro una naturale spontaneità di collaborazione, dividendosi tra il mondo dei piccoli e il mondo dei grandi, facendo si che l’uscita risultasse piacevole – spensierata. Giunti ormai all’uscita della grotta, all’unanimità decisero di salvarmi la vita e di non scagliarmi più la “ pallona” di argilla ma di spiaccicarla per terra e di creare così una “dolina” nel Buso della Rana” …. 

 

E ci tuffiamo in questo vortice, roteiamo, roteiamo e …. ahimè è finita la gita, ci troviamo fuori all’aperto, fuori dal buio, fuori dal “Buso della Rana”.

Un grazie a tutti noi, accompagnatori, genitori partecipi, allievi grandi per il loro contributo e ai genitori che ci hanno atteso fuori dalla grotta con un’ora e mezza di ritardo.

Alla prossima.
(GA! BRIE’! GABRIOLA!) G.G.S