Uscita alla Grave Rotolo in Puglia – GASP!

Ciao a tutti!
Scusate se vi ho fatto attendere ma il lavoro, la famiglia e il cantiere mi assorbono tutto il tempo e le energie!
Comunque un po’ di suspance non guasta!

Appuntamento al solito bar alle 06,50, cappuccino e cornetto e via verso la grotta dove ci raggiungono i ritardatari baresi. Alla fine siamo io, Vito, Nico, Maura, Francesco e Max.
Gli obiettivi della giornata sono: Piazzare 4 sensori di temperatura gentilmente offerti dall’università di Urbino (Marco Menichetti) di cui 2 alla profondità di un metro nella roccia; finire di armare e scendere il Pozzo dei Veneti, portare attrezzature da sub e tentare una prima esplorazione a pelo d’acqua, prelevare campioni di acqua da far analizzare.

Entriamo alle 8,40 circa dopo ben 5mt di avvicinamento!!! (invidiosi…)
Mando avanti tutti gli altri e mi fermo in coda con Francesco a piazzare i sensori.
Un po’ di acrobazie per fare il foro da 12mm per 1mt di lunghezza e il primo sensore è piazzato nel Pozzo dei Santi Medici. Raggiungiamo gli altri alla forra e, visto che c’era traffico, decido di farmi un giro nella parte superiore: la grotta prosegue alla grande anche di là ma mi sono fermato ad un certo punto perché la frattura si allargava e diventava sempre più profonda oltre ad avere i miei compagni sotto.
Senza tornare indietro, mi sono “contrapposto” alle pareti e sono scivolato per qualche metro fino a toccare terra dove avevo lasciato i miei sacchi.
Riunione tecnica al laghetto con spuntino incluso e decidiamo che a scendere il pozzo dei veneti saremo io, Francesco, Max e forse Nico mentre Vito e Maura, arrivati in fondo alla galleria sarebbero tornati verso l’uscita.
Presa corda e canotto parto seguito da Francesco con il trapano.
Mi attacco al traverso armato da Cesare per poi montare il discensore sulla corda verticale.
Subito si staccano pezzi di parete sotto l’armo.
Decido di pulire meglio e inizio a picchiare con il martello.
È un marciume totale!!!
Cesare ha messo il chiodo nell’unico punto della parete che non viene giù!
Scendo e atterro sulla frana che mi riporta sotto la galleria da cui sono arrivato.
Noto subito che la grotta prosegue di fronte a me oltre la sommità della frana in almeno 2 punti ma non è programma di oggi andare da quella parte.
Seguo la corda e quindi il traverso sulla nuova fessura.
In fondo una cascata di roccia bianca che sembra essere l’arrivo dell’acqua che troviamo sotto i nostri piedi nella galleria superiore.
Aspetto che i compagni arrivino al traverso per evitare di farmi tirare giù sassi dalla frana e mi infilo nella fessura sotto i miei piedi.
Dopo qualche metro si allarga, si allarga e… vedo la meraviglia che ha visto Cesare.
Incredibile…
Arrivo all’ultimo chiodo messo dal Raumer nazionale, recupero la 25 e parto con la 60 da lì.
Scendo piano godendo della meraviglia che si apre alle mie spalle: pareti a picco lisce per il lavoro dell’acqua e poi la cascata concrezionata che si perde nel nulla.
Il pozzo sembra non finire mai mentre la corda ad un certo punto finisce!
Tiro via dal sacco gli ultimi metri e mi accorgo che non sarebbe mai bastata per arrivare al fondo.
Decido quindi di frazionare anche per evitare sfregamenti lungo la parete con la roccia molto tagliente in alcuni punti.
Il trapano è su ma sono attrezzato di spit.
Inizio la mia opera ma noto subito che sarebbe stata molto dura!
Senza portarla molto per le lunghe dopo ½ ora di martellamento il primo spit è rimasto senza denti e con la bocca chiusa!
Il secondo senza denti e fuoriesce di un paio di mm… MAI visto un calcare così massiccio!!!
Fraziono, scendo e giunto la corda riutilizzando la 25 smontata poco prima.
Questa volta la corda arriva in acqua!
Già, in acqua!
Il lago occupa tutto il fondo del pozzo e sembra essere molto profondo.
Pendolo un po’ e mi appoggio su una parete non totalmente verticale che altro non è che un altro arrivo in secca. Piazzo un cordino a cui mi assicuro e do il libera mentre gonfio il mio bel canotto.
Dopo un po’ arriva Nico che mi dice che gli altri due stanno facendo marcia indietro.
Metto il canotto in acqua e mi siedo.
Do un’occhiata in giro: acqua cristallina agitata dalla cascatella che scende sulle concrezioni e almeno altre 4 possibili prosecuzioni o meglio ARRIVI!
Mi sono fatto l’idea che questo pozzo sia in realtà una specie di sprofondamento in cui si gettano più rami della grotta provenienti da varie direzioni.
Di sicuro quindi la grotta prosegue in avanti e in alto; sotto chissà, saranno gli speleo sub a dirlo!
Mi accorgo che mi mancano i remi per andarmene in giro a curiosare e mi arrangio con le mani.
Ad un certo punto arriva senza alcun preavviso, un proiettile che si conficca in acqua a circa 1mt da me.
Partono una serie infinita di bestemmie che evidentemente non sono sufficienti perché dopo poco arriva un altro siluro.
Giù ancora con gli anatemi contro chi è passato sulla frana per uscire venendo meno alle rigide disposizioni che avevo imposto.
Purtroppo da questo momento la bellissima giornata ha cambiato faccia: non sono stati bei momenti…
Immaginate che persino Nico che era appeso in corda fuori dal tiro dei sassi ha avuto molta paura e ha iniziato a manifestare agitazione e voglia di uscire immediatamente.
L’ho fatto calmare un po’ e abbiamo proseguito con il nostro lavoro.
Il foro da 1 mt è stato impossibile da fare perché dopo 30cm la batteria si è scaricata!
Ma che calcare è????
Abbiamo comunque piazzato il sensore e ho fatto risalire Nico fino al traverso mettendomi fuori dalla verticale.
Nico ci ha messo un bel po’ per fare gli oltre 100 mt di verticale e io lì completamente bagnato ad aspettare pensando al raffreddore che mi sarei preso.
Ho attaccato il gommone alla corda ma secondo me lo troviamo affondato la prossima volta, e ho raggiunto Nico in men che non si dica.
Poi lui avanti e io ancora dietro.
Nella galleria, sapendo di dover aspettare sotto gli altri pozzi,  divago in un ramo laterale che si trova vicino le “Grotte di Castellana”.
Sembra di essere in un’altra grotta… roccia morbida e corrosa come burro, pavimento di terreno, andamento come di una grotta di interstrato.
Sono andato avanti qualche decina di metri poi bisognava strisciare sotto alcuni sassi appesi al soffitto per miracolo e ho deciso di rientrare.
Al laghetto troviamo un altro sacco da portare fuori e, dopo un buon brodo, Nico mi precede oramai sfinito.
Percorse le gallerie, mi sdraio all’imbocco della Galleria dei Pipistrelli Fossili aspettando che Nico salisse il pozzo Gasp! Mi sono addormentato e nel frattempo il raffreddore era oramai una cosa certa.
Dopo una buona mezz’ora sono stato svegliato dal “libera” e, presi i sacchi, l’ho raggiunto poco prima che lui uscisse.
Gli altri ci aspettavano fuori.
Visto che faceva freddo, ci siamo cambiati e alle 21 tutti al pub per raccontarci quanto vissuto (ci ha raggiunto anche Pierluigi) davanti a un’ottima birra.
La via da noi percorsa è solo una delle tante che portano al pozzo dei veneti ma potrebbero esserci anche altri pozzi che arrivano in falda in altri punti ancora sconosciuti del sistema.
A gennaio vengono i ragazzi del gruppo di Costacciaro con Luca Poderini e Marco Menichetti mentre a giugno organizziamo con la scuola un corso nazionale di Geologia e carsismo.
Ovviamente quando volete essere da queste parti, basta avvisare qualche giorno prima…

Prossime uscite in programma prima di Natale!

Ciaoooo
Luca Benedetto – GASP!