Sberlottameloch 19.09.2012

Per la serie: “i mercoledì della Rana” stavolta dirottiamo sull’Altopiano dei 7 comuni …. voi direte, non centra niente! …e difatti è così, ma con tutta l’acqua che stava venendo giù non potevamo certo andare al Buso della Rana, no?

E qui vince  l’idea del Cesare di andare a chiudere l’ingresso dello Sberlottameloch, la stagione invernale stà avanzando velocemente, non vorremmo trovarci inaspettate sorprese al riavvio delle attività in Altopiano per l’anno prox.

Ci troviamo puntuali alle 17.30 al solito cimitero di chiuppano (o caltrano, non me ricordo mai… ), siamo io (Marco), Ubi, Cesare e Flavietto ex-corsista e subito ci avviamo verso la meta fermandoci solamente per un caffè a Gallio.
Arriviamo al solito parcheggio di Monte Forno, zaini in furgone e il permesso di transito ci permette di arrivare “in bocca”  allo Sberlottameloch.
Il tempo fà abbastanza pena, in teoria avrebbe dovuto rasserenarsi e invece ha ricominciato a piovere giusto giusto nel momento del cambio abito… fortuna che nel furgone c’è spazio per tutti.

“…ma siamo sicuri che non è meglio lasciar stare e scendere direttamente al bar? … guarda che tempo! .. piove stravento, c’è la nebbia, è scuro, freddo … uffi.”

Nonostante le intemperie i nostri baldi giovani decidono comunque di scendere l’abisso e con un solo, solido armo su multi-monti, facendo ben attenzione a non muover sassi, via via tutti scendono.

P.s.1: in realtà non è un Abisso, ma non dubitate, lo diventerà!
P.s.2: in realtà i baldi giovani non c’erano, c’erano solo 4 poveri “vecchi” distrutti da Alzheimer e acciacchi di varia natura.

Perlustriamo l’intera cavità alla ricerca del pertugio che ci permetterà di scoprire universi immensi tra saloni e pozzi stratosferici… d’altronde da qualche parte deve pur  infilarsi tutta quest’aria.
Continuando l’esplorazione arriviamo alla conclusione che uno ed uno solo è il punto di maggior interesse per continuare gli scavi, necessita però di grandi lavori di sistemazione dell’ enorme frana che l’imbocca e di una messa in sicurezza dei massi adiacenti.
Vabbè dai, abbiamo divagato anche troppo dentro la cavità, è ora di metterci all’opera.
Cesare di tasca sua ha messo a disposizione tubi e onduline, il tempo si è un poco aquietato, partono i lavori.
Dopo ripetute misurazioni, attrezzati di tutto punto, cominciano le pose in opera dei tubi e successivamente dell’ondulina.
A metà dell’opera il tempo cessa la sua tregua e lo stravento piovoso ricomincia imperterrito a travolgerci con la sua furia.
Nonostante tutto dobbiamo finire, allora giù di sassi per non far volar via le onduline e via alla ricerca di mughe per chiudere i vari rimasugli di buchetti sui lati.

Ben, che freddo, le orecchie eran talmente fredde che mi pareva di averle pucciate nella neve… brr

Finita l’opera velocemente ci cambiamo all asciutto dentro al furgone e via verso una pizzeria, son le 22.30 circa.
L’obiettivo era di mangiar una pizza a Treschè Conca, ma qui ci giocano uno scherzetto: ” va che bello, le luci accese, ottimo, vuol dire che è aperto!” … “ma … la porta non si apre … e non c’è movimento dentro!” , amen, la pizza la mangiamo giù a Cogollo và, ottima pizza e birra e tutti a casuccia a nanna.

All anno prossimo Sberlottameloch!

Ciao
Marco