Risalita Fiore Giallo 12.08.2019

Ho tanta voglia di tornare al Fiore Giallo. Quel camino mi ha sempre attirato. Soprattutto ora, che proseguire in basso sembra sempre più difficile per via delle condizioni avverse. Ormai sono due settimane che non penso ad altro se non fare quella risalita, sono convinto che ci porterà ad esplorare nuovi grandiosi ambienti.

Marco, l’unico disponibile a seguirmi in quest’avventura, durante questi giorni di ferie, mi tiene sulle spine fino all’ultimo non sapendo lui stesso la disponibilità per la domenica. Fortunatamente sabato sera mi arriva un suo graditissimo messaggio – “Confermo presenza per domani” – e così è deciso, all’indomani sveglia alle 6:30 pronti e carichi per una nuova esplorazione.

Entriamo in grotta con due sacchi ciascuno, consci che portare due sacchi qui non è proprio un gioco da ragazzi. Fortunatamente dopo i recenti lavori la difficoltà è diminuita a sufficienza, consentendoci di fare progressione ad un buon ritmo. Arriviamo ai tre castighi in meno di un’ora. Al budello ci tiriamo avanti con un sacco dietro e uno davanti, e in un attimo siamo passati entrambi. Il difficile arriva al secondo castigo, con due sacchi da soli è una pena. Decidiamo di far squadra passandoceli man mano. Scelta azzeccata che ci porta fuori senza troppa fatica. Resta il terzo castigo, il meandro sfondato. Qui è dura, ma in qualche modo ci tiriamo avanti, tra un’esclamazione e l’altra.

Marco passato il secondo castigo

Il terzo castigo (meandro sfondato)

 

Il Grandfather

Raggiungiamo finalmente il Grandfather. Io mi metto comodo e lascio a Marco tutto il tempo per goderselo ­– è la sua prima volta.

Arrivati alla base del camino, lo iniziamo ad analizzare con occhio critico. Decidiamo infine di risalire la parete più omogenea, che più si appresta allo stick-up.

Per Marco è la prima volta con il paletto, ma poco importa, decido di fare i primi metri così da mostrargli la tecnica. Lui che finora aveva usato le scalette “normali” si sorprende subito del valore dell’attrezzo. Piantati alcuni rinvii scendo per dargli spazio. Marco si dimostra fin da subito capace e inizia risalire senza intoppi.

Dopo un’oretta di risalita mi rendo conto di non avere assolutamente freddo, e che la mia tuta si sta sorprendentemente asciugando. Addosso, oltre alla termica e ad una maglietta, ben due pile, uno leggero l’altro pesante. Si rivela fondamentale il coltello sfangatore, che oltre ad eseguire il suo dovere con efficacia, diventa un divertente passatempo.

Marco al lavoro

Davide al lavoro

Il camino da risalire

Terminati i rinvii Marco scende e arriva il mio turno.

Risalgo, mi crollo sullo stick-up, mi guardo intorno. Mi rendo conto che la roccia davanti a me non è per nulla buona e non vi sono molti punti buoni per proseguire. Comincio a smartellare finché non trovo un’area adatta. Canta bene qui, penso. Prendo il trapano, buco, metto giù il rinvio, passo la corda, passo su lo staffone, mi allongio, passo su lo stick-up e sono pronto per crollarmi. A questo punto chiedo a Marco di aiutarmi un poco. Mi tiro su e inserisco il croll – un gioco da ragazzi. Urlo giù: “Sono colla—STOCK!”. Sento l’aria nelle orecchie ma non faccio nemmeno a tempo a realizzare cosa sta succedendo che mi ritrovo penzoloni. Mi rendo conto solo dopo qualche secondo di avere lo stick-up in mano. Guardo su e vedo la dinamica passare sul rinvio, che mi sta tenendo su. “TUTTO BENE?” sento urlare dal basso. “Si, si. Tutto OK. Si è staccato il fix, Ho tutto in mano!” e mi metto a ridere. Guardo meglio e vedo che in realtà si è spaccata tutta la porzione di roccia su cui il fix teneva, per cui è uscito. Forse non cantava così bene. Ho volato per circa tre metri, per fortuna già ad una quindicina di metri d’altezza, Marco quasi non se ne è accorto e io non mi son fatto nulla. Tutta esperienza. Riordino quindi il materiale e torno su coi bloccanti. A questo punto il fix lo piazzo sufficientemente distante dal primo, nel poco di buono che restava. Questa volta fila tutto liscio e così riparto verso l’alto, non senza qualche timore lasciato dalla caduta.

Finiti i rinvii mancano ancora alcuni metri per uscire sulla cengia, per cui non mi resta far altro che armare la calata con una statica. A questo punto, non avendo abbastanza dinamica decido di sciogliere il nodo della sicura. Mi rendo conto che il nodo si è strizzato tantissimo e che disfarlo sembra impossibile. Decido quindi di tagliare la corda – letteralmente. Scendo quindi col discensore togliendo i rinvii sottostanti, avendo cura di lasciarne tre e arrivo fino in fondo, sano, e mi scappa un sorriso. Guardo l’orologio, indica le 15:36.  Mi rendo conto che di strada ne abbiamo fatta parecchia. “Hai voglia di finire?” – chiedo a Marco. “Certo! Il problema è che non voglio armare”, corrugo la fronte – “Beh, in qualche modo devi scendere… Va beh dai, prendi qua e va su, per scendere ci pensiamo dopo.”. Gli passo sacca d’armo, trapano, martello e tutto il necessario. Mi rivesto con il doppio strato di pile e mi metto a far sicura. Finché Marco sale riprendo a sfangarmi, la tuta si è bagnata non poco sotto lo stillicidio, in alcuni tratti della risalita.

Gli ultimi rinvii messi da Marco non si rivelano facili, ma la sua abilità gli consente di superare anche i tratti più complicati. In un’oretta riesce a raggiungere la cengia, in sicurezza. “Sono arrivato!” mi urla giù – la distanza è considerevole, sono all’incirca trenta metri dalla cengia. Fatte alcune considerazioni Marco decide di piazzare un doppio a soffitto che risulterà poi pratico ed efficace. Non male come primo armo esplorativo. Salgo quindi su per la statica, arrivando accanto a Marco. “Good job!”. Ci guardiamo intorno e troviamo una piccola sala concrezionata, sostanzialmente fine a sé stessa. La risalita prosegue ancora per alcuni metri, facili. Peccato che sono le 18. Ormai è ora di uscire, non vogliamo mettere in pensiero nessuno. Togliamo quindi gli ultimi rinvii e scendiamo in fondo. Facciamo i sacchi, avendo cura di lasciare tutto il materiale da risalita pronto. Torneremo a breve, anzi brevissimo.

Marco in procinto di scendere dal camino appena risalito

Prosecuzione risalita

Marco al lavoro

 

Ci avviamo verso l’uscita alle sei e mezza, Marco parte per primo con due sacchi, io lo seguo. Come sempre impieghiamo un’ora e mezza abbondante per uscire. Stanchi, ma molto soddisfatti!

Marco (dx) e Davide (sx) fuori dal Fiore Giallo