Lunedì fangoso in Pisatela 10.12.2012

Scrivo velocemente la relazione di lunedì scorso.
Io e Carlo ci troviamo 18:30 solito posto chiesa di San Vito di Leguzzano.
Obiettivo andare a scaldarci un po’ spalando fango in Sala delle Mogli.
Ci muoviamo velocemente verso l’entrata della Pisatela, seguiamo la strada alta per paura di slittare con le gomme.
Ci cambiamo velocemente, fa freddo ma non troppo, scambiamo qualche battutaccia su “ma possibile che solo noi siamo così ‘semi’ da fare ste cose al lunedì sera…”.
Entriamo verso le 19:30.
In un’oretta arriviamo in Sala delle Mogli.
I pozzi sono disarmati e ne approfitto per togliere un po’ di ruggine dalla mia memoria.
Per fortuna che c’è Carlo che mi dice “ma il moschettone di rinvio non lo usi”?.
Devo essere proprio alla frutta, non ricordo neanche come si monta il discensore.
Come si chiama quel tizio che ti sta aggrappato alla schiena?
Ad ogni modo siamo in Sala delle Mogli e diamo un’occhiata ai due covoli affiancati.
Scegliamo di “attaccare” quello di destra che promette meglio. Dall’altra parte sul rilievo c’è il bianco, chissà chissà.
Ci arrampichiamo in cima al cumulo di fango (3-4 mt di dislivello) e cominciamo con una pala portatile ad attaccarlo.
Ogni colpo è un rimbombo sordo della massa di fango sotto di noi che ci fa tremare il culo (dato che ci eravamo seduti sopra).
Proseguiamo per circa un paio d’ore, spostando un paio di metri cubi di materiale che viene via a piccoli blocchi densi.
Ad un certo punto arriviamo abbastanza sotto al tetto di roccia e il suono, colpendo il fango, cambia.
Non più il sordo vibrare della massa di fango ma una sorta di eco smorzato.
La strana impressione è che ci sia un vuoto dall’altra parte ma potrebbe benissimo anche essere l’eco della sala che sta alle nostre spalle.
Ad ogni modo un suono strano che ci lascia incuriositi.
Attacchiamo ulteriormente la massa di fango ma ad un certo punto smettiamo perchè l’ora è tarda e volevamo andarci a mangiare qualcosa fuori.
Usciamo senza infamia ne lode disarmando tutto e siamo fuori verso le 23:30.
Ci cambiamo commentando ancora quella strana sensazione, che ci la lasciato la voglia di tornare ad “approfondire”.
La nostra ricerca di un locale aperto è vana.
Non voglio più andare in grotta di lunedì. 🙂

Umberto