Il Giornale di Vicenza

Riporto qui l’articolo apparso su Il Giornale di Vicenza del 22/04/2012:

Monte di Malo. Il sogno cullato per diversi decenni da generazioni di speleologi si è avverato qualche giorno fa. Con la rimozione dell’ultimo diaframma che le divideva, la congiunzione fisica tra il “Buso della Rana” e la grotta della “Pisatèla” ha creato un sistema ipogeo che si sviluppa per quasi 40 chilometri, uno dei più lunghi d’Italia, sotto l’altopiano del Faedo nel territorio di Monte di Malo. Protagonisti di questo eccezionale evento speleologico e scientifico il Gruppo speleologi Cai di Malo ed il Gruppo grotte Cai di Schio che hanno finalmente trovato il secondo ingresso del “Buso della Rana”.  «Con le arrampicate verticali interne iniziate nei primi anni ’70 – spiega Matteo Scapin, presidente del G.S.Cai di Malo – si è cercato di sfatare quella che era diventata ormai una leggenda cercando con insistenza il secondo vero ingresso. Nel 1978 il Gruppo grotte di Schio scopre una piccola cavità che viene battezzata “Buso della Pisatèla”, il nome con cui viene chiamato in dialetto veneto il girino, quasi a preannunciare il suo futuro destino di incontrare la rana».  Le esplorazioni riprendono negli anni ’80 con la scoperta della “Sala dell’Orda”; il “Buso della Pisatèla” sembra interrotta da una frana ciclopica. Nel 2002 un gruppo di giovani speleologi scledensi riesce ad individuare tra i massi alla base della “Sala dell’Orda” la prosecuzione della “Pisatèla”; chilometri di nuove gallerie percorse dall’acqua vengono esplorate in poco tempo ma una nuova frana ferma le ricerche. Il luogo viene chiamato “Sala della F-Rana” perché tutti sono convinti che al di là di quei massi non possa esserci altro che il “Buso della Rana”. Nel dicembre 2003 il Gruppo speleologico di Malo organizza un campo interno di tre giorni nella zona della “Sala della Foglia” con l’intento di forzare da sotto la frana dell’“Ultima Spiaggia”; il rumore dei trapani e dei martelli percepito anche dall’altra parte conferma che le due grotte sono vicine. Gli speleologi di Malo e Schio cominciano così a scavare insieme per rimuovere la frana della parte della “Pisatèla”; la galleria artificiale viene messa in sicurezza per consentire di avanzare senza pericoli. La prova effettuata nel 2006 con l’ARVA, uno strumento utilizzato nella ricerca dei dispersi sotto le valanghe, indica che la distanza è di 14 metri; una parete rocciosa impedisce però di proseguire negli scavi e fa perdere le speranze agli speleologi. Cinque anni dopo il Gruppo di Malo ripete la prova ARVA nella “Sala della F-Rana” e scopre che la distanza tra le due grotte si è ridotta a soli 10 metri. Nel febbraio 2011 la distanza è di appena 3 metri e mezzo; il 14 marzo scorso, alle 0,35, avviene la tanto agognata congiunzione fisica tra le due grotte. «Il complesso “Buso della Rana – Buso della Pisatèla” consente ora a speleologi preparati ed esperti di effettuare una traversata tra le più lunghe ed articolate d’Italia e del mondo – conclude Scapin – ; la distanza in linea d’aria tra i due ingressi più lontani supera i due chilometri e mezzo, con quasi 400 metri di dislivello».