Grave Rotolo – GASP !! 02.03.2013

Come d’accordo giovedi sera ci incontriamo alle  8.00 al bar di Stefano tutti puntuali tranne me, preso da un ritardo dovuto al cuscino,  gli ospiti di oggi sono, tre dal gruppo martinese: luciano, michele e nino e un ritorno: alessandro dal gruppo di grottaglie, dei nostri siamo io che li raggiungo all’ingresso, luca e vito.

Ci affrettiamo a cambiarci organizziamo i lavori diretti dal nostro D…istruttore Maledetto e uno alla volta con me a capofila ci infiliamo nell’abisso con tanti obiettivi da raggiungere e con destinazione  il Pozzo dei Veneti.
Con non molta difficoltà prendiamo la strada dove, come al solito, illustro e spiego alcuni aneddoti sulla grotta..
Qui come al solito vedo gli ospiti molto colpiti dalla bellezza e dalle caratteristiche del luogo, qualche scatto sporadico a qualche concrezione e via per la strada raggiungendo tutti insieme il ciglio del Pozzo dei Veneti.

Parte il primo obiettivo: riarmare il primo tratto del pozzo fino alla frana con una corda unica da 40 metri in modo da recuperare la 130 e la 30.
Qui si propone volontario luciano che con una notevole abilità riarma il pozzo… primo coniglio, un farfalla, altro coniglio sull’armo creato da me e vito precedentemente in un’altra uscita, sistemazione del deviatore e tutti giù verso la frana, e qui noto che il nuovo acquisto risulta essere buono poco elastica e sembra anche di diametro superiore.
Luciano, arrivato giù, non resistendo alla tentazione di fa rotolare un sasso, colpisce i cavi posti alla base della frana e fa saltare un multi monti …e solo successivamente scopriamo i danni ad alcuni cavi proprio quando raggiungiamo il luogo per finire di sistemare i lavori di messa in sicurezza con la rete, ma questo è un’ altro obiettivo dell’uscita che racconto dopo.
Tutti sulla frana, è ormai l’una!  rifocilliamo le nostre pancie già doloranti, alcuni di noi provvedono con un enorme pasqualino.. anche se non vi dico chi.
Fatto questo ci dividiamo in due squadre di cui la prima composta da luca, vito e luciano che vanno spediti verso il Ramo dell’Omonimo Toscano con l’obbiettivo di fare un altro pezzo di risalita, ma questa ve la raccontano loro.
La seconda squadra è composta da me, michele, nino ed alessandro con l’obiettivo di messa in posa della rete procedendo prima a realizzare il corrimano sulla frana per raggiungere la base per poi recuperare la lega dal Ramo dell’Amicizia ormai li da più un mese.
Partiamo armando il corrimano, per il quqle no riusciamo a trovare un volontario… ci guardiamo e alla fine io e alessandro decidiamo di procedere insieme iniziamo a valutare la roccia, ma subito notiamo che su di un grande sfasciume troviamo solo due piccole zone atte ad accogliere i due inviolabili quindi decidiamo di doppiare sia il traverso del Pozzo dell’Amicizia che il nostro corrimano, creo quindi due fantastici conigli, uno per via…. chiudo le maglie rapide e procediamo per i punti successivi.
Anche qui tutto sfasciume, raccogliamo solo quei pochi punti utili, 5 in tutto,con altrettanti 5 nodi farfalla e finalmente raggiungiamo la base della frana dove ci rendiamo conto dei danni, ma procediamo comunque con i lavori di messa in opera della rete finchè  abbiamo potuto,  aspettando che i lavori vengano terminarti alle prossime uscite.
Qui tutti ammiriamo la zona con gli illuminatori dove gli ospiti rimangono colpiti dall’immensità del luogo… come sempre 😉
Provo a puntare l’illuminatore verso il basso, verso l’acqua, dove riesco a beccare con una giusta inclinazione il luccichio del movimento dell’acqua quando si scaricavano dei sassi, l’ho fatto vedere a tutti che restano colpiti anche dalla cascata formatasi dall’acqua che arriva dal ramo dell’ingresso.
Decidiamo di risalire e di procedere al recupero della lega.
Io disarmo e recupero la corda del corrimano e rispettivi moschettoni usati, riordiniamo il materiale fra un biscotto e l’altro e decidiamo di procedere per l’altra via tutti e quattro, ma sul traverso alessandro decide di ritornare alla frana insieme a nino che però viene bloccato da michele che come punta esclama un giudizio di gradimento e nino decide di procedere per la via.
Scendiamo fino al primo gradone del pozzo dove io e michele giuntiamo uno spezzone di corda alla corda lì presente e nino raggiunge la base del grande meandro, si stacca dalla corda e procede in orizzontale per qualche metro e ritorna raccontando di enormi colate di calcite che sbarrano quasi del tutto il grande meandro.
Tutti su verso la frana, io per ultimo mentre recupero la trenta, le placchett, e i moschettoni sostituendoli con l’acciaio.
Raggiungo anch’io la frana dove vedo scendere luciano, dove ci racconta dei lavori dell’altra squadra e insieme prendiamo la via del ritorno consapevoli che luca e vito sarebbero subito  venuti furi in coda agli altri.
Con molta calma e dopo quasi 14 ore di grotta siamo fuori noi del primo gruppo, in attesa sempre di luca e vito che escono alle 2 di notte.
Una breve descrizione dei frutti raccolti e poi tutti a nanna.
La compagnia si è rivelata simpatica e non solo, la grotta si è presentata più asciutta per la via dell’acqua di ruscellamento, ma con un vistoso stillicidio nelle zone in cui ci sono le concrezioni, un breve anticipo dei nuovi rami scoperti e che l’attuale ramo conosciuto è solo una via secondaria di quello che sembra ogni giorno trasformarsi in un vero complesso carsico…..ah, dimenticavo, l‘afflusso dell’acqua nel Pozzo dei Veneti sembrava essere meno abbondante in quanto è risultato minore il rumore che si percepiva in alto… oppure questo è dovuto ad un innalzamento del livello dell’acqua sul fondo che, raggiungendo la colata di calcite, non va più a batere sul pelo dell’acqua.

Alla  prossima esplorazione.
NICO.