Grave Rotolo – GASP ! 02.03.2013 … un altro punto di vista

Esplorazione ramo dell’omonimo toscano – pozzo paradiso.

Io, Vito e Luciano siamo saliti con cautela lungo il franone che porta alla via dell’omonimo toscano.
In cima abbiamo proseguito a sinistra verso la base di pozzo paradiso avendo cura di camminare a sinistra rasenti la parete per non danneggiare i delicatissimi cristalli formatisi nella terra sul pavimento.
Noto, rispetto a due settimane fa, un leggerissimo stillicidio lungo un tratto di parete ma per il resto tutta la via così come il pozzo sono completamente asciutti.
Una leggera circolazione d’aria inoltre asciuga velocemente anche le nostre tute.
Sarà interessante misurare l’umidità relativa in questa zona e scoprire che fine ha fatto l’ingresso da cui è entrata l’acqua che ha formato queste gallerie immense.
Sicuramente questa è un’altra grotta che si è intersecata con la Grave Rotolo nel pozzo dei veneti che fino ad ora si è rivelato il centro, il punto d’incontro di almeno 3 faglie gigantesche.
Partiamo con la risalita: inizio io con Vito a farmi da sicura mentre Luciano si stende per riprendere le forze.
Quella che sembrava una parete di roccia buonissima si è in realtà rivelata un BIDONE!
Tant’è che dopo le prime martellate con la solita forza ho deciso di sfiorarla leggermente per non tirar giù “calcinacci”. Così, messi i primi 8 multi-monti nel burro e nello sfasciume, creo una sosta e scendo giù per far salire Luciano.
Il distanziometro sentenza 9 metri risaliti su 20 da risalire fino al bordo visibile.
Luciano e in seguito Vito, provano per la prima volta il fantastico Stick-up di Raumer e ne rimangono entusiasti.
Dopo un bel pò di lavoro, Vito raggiunge la cima e tenta di infilarsi nella stretta fessura a sinistra, giusto al centro della “U” del pozzo.
Tocca con mano il pavimento ma non riesce a passare.
Monta la corda statica e scende.
Nel frattempo sentiamo le voci dell’altro gruppo e Luciano ci saluta raggiungendoli.
Salgo io e riesco ad infilarmi per metà fessura ma un grosso masso incombe sull’altra metà e per passare devo necessariamente toccarlo con la schiena.
Non va bene… torno fuori e decido di proseguire la risalita ancora per un paio di metri e riuscire così a passare sopra i massi incastrati.
Sono costretto ad abbandonare la maniglia e ad arrampicare in contrapposizione ma alla fine, in maniera abbastanza acrobatica, l’obbiettivo è raggiunto.
Il problema adesso è creare l’armo e far salire Vito.
La roccia ha la consistenza di un budino e per trovare un punto decente devo creare un corrimano e arrampicare ancora altri 2 – 3 metri.
Armo con la corda dinamica (l’unica rimastami) e dico a Vito di risalire sulla statica fin dove possibile, poi cambiare corda e recuperare tutto, compresa la mia maniglia.
Nel frattempo mi dedico a fare qualche foto… siamo sbucati alla base di un altro pozzo alto circa 20 m ma questa volta tutto concrezionato! SPETTACOLO!
Alla base ancora cristalli nel fango mentre dall’altra parte prosegue grande la galleria e si lasciano intravedere altri possibili arrivi, altre gallerie, altre prosecuzioni, altre risalite da fare…
Nel frattempo arriva Vito che con gli ultimi elettroni della batteria del trapano e un cordino e moschettone personali, riesce a montare un deviatore per rendere l’armo decentemente esplorativo.
Monta la corda, recupera tutto il materiale e scendiamo.
Alla base del pozzo, insacchiamo tutto e scendiamo velocemente sulla frana per andarci ad idratare e a “testare” gli integratori energetici che ci propone Paola.
Uno sguardo all’orologio e ci rendiamo conto che la pizza programmata all’uscita è saltata…
Ci avviamo quindi con tre sacchi belli pesanti.
Una rapida sosta al laghetto cove pensavamo di trovare qualcuno ad aspettarci (poveri illusi!) e via verso la forra.
Alle 2,00 guadagnamo l’uscita.
Fuori ci aspettano Nico e Lorenzo.

La grotta continua… si ma domenica mattina a lavare tutto il materiale!!!!!!!!

Alle prossime

Luca