Campo Speleo GGS 2012 ..parte1

Anche per quest’anno s’è concluso il nostro abitudinale Campo Speleo a Malga Boscosecco nell’Altopiano dei Sette Comuni.
Dall’11 al 18 di Agosto si sono susseguite orde di speleologi e di attività.
Hanno partecipato del Gruppo Grotte Schio: Marco Boarin, Moreno Girotto, Flavio Cappellotto ( con Alice e il piccolo Nicola), Igor Dalla Costa e Elisabetta Pettinà, Umberto Uderzo, Gabriella Grasselli, Marta Girotto, Giacomo Dalle Nogare, Fernando Sampò e Maria Cecilia Gallo con appresso i figli Fer e Giuly, Simone Valmorbida, Masetto Flaviano e il nostro socio dei campi Spillo.
Degli altri gruppi hanno partecipato attivamente:
-Paolo Falsirollo del Gruppo Grotte Valdagno;
-Piergaetano Marchioro e Laura Nicolini, Michela Zambelli, Mattia Merlo(Figata) del Gruppo Grotte G.Trevisìol di Vicenza;
-Davide Strapazzon, Valentina Tiberi e Maurizio Mottin (Buba) del Gruppo Speleologico Geo Cai Bassano;
-Mauro Regolini con la figlia Andrea e gli amici Floriano e Marina del Gruppo Grotte E.Roner di Rovereto;
-Sandro Sedran con Sara, Massimiliano e Damiano dell’ S-Team;
-e per ultimi ma non ultimi i nostri amici del neonato gruppo Pugliese GASP! Luca Benedetto, Nico Masciulli e Marisa Zaccaria.

….spero di non aver dimenticato nessuno…

Si sono susseguite attività di ricerca di nuove cavità, d’esplorazione, di rilievo ….
Il primo giorno è  stato rivisitato da Elisabetta e Flavio il Covolo delle Bombe nel quale il solito spessore di ghiaccio si è abbassato di circa 1.5 mt facendo riaffiorare casse di proiettili della Seconda Guerra Mondiale.
Sempre al primo giorno due squadre (Moreno,Ubi,Igor,Gabry,Luca,Nico,Marisa) si avviano alla volta del Però Prometteva Bene, una con l’intento di sistemare l’armo sulla via dei Mori e in particolare sul Pozzo dei Pugliesi, l’altra si dirige sul Ramo del Cuore dove la tanta aria presente non ha ancora permesso ai nostri di trovar nuove prosecuzioni.
Durante il ritorno in Malga Boscosecco, lungo la strada sterrata, sul fianco di una delle grandi doline nei pressi di Malga Pozze, accostano.. si è aperta una nuova grotta!
Mesi orsono Morejo discuteva con me sul fatto di voler battere Cima 12 alla ricerca di una cavità esplorata a suo tempo dal C.S.Proteo di Vicenza, di questa non ricordavamo il nome.. “Com’è che si chiama?” ” Snaloch..Snaffelloch..Starnutoloch… shiffloch… BOH” “Sberlottameloch!” ” Ahhahhahah! .. aggiudicato, questo sarà il nome per il prossimo buco che troveremo!”.
Di qui subito partono idee, congetture e fantasticherie su mondi sotterranei di possibile esplorazione se solo lo Sberlottameloch decidesse di concedersi, la zona è buona, le doline grandi, ” che cosa si aprirà sotto i nostri piedi?? “.
Il secondo giorno, domenica, partono quindi i lavori allo Sberlottameloch, Davide e Gabriella cominciano ad armare dall’esterno del pozzo iniziale tramite multi-monti, c’è una gran quantità di materiale, ma Gabry riesce ad infilarsi in uno stretto pertugio e a raggiungere una saletta.
Le dimensioni sono ancora esigue e quindi, sfruttando il verricello della Jeep di Luca vengono forati i massi della base del pozzetto e ancorati con anelli e multi-monti per parancarli all’esterno in una sorta di mini-“ragno” in stile Preta.
E’ domenica sera e sto rientrando a casa da Barcis dal 17° corso Propedeutico con gli amici Figata, Splash e Click .. mi giunge un unico sms con scritto ” Sberlottameloch! “.
Euforico non vedo l’ora di salire in Altopiano e accingermi alle esplorazioni.
E’ lunedì, prosegue quindi lo svuotamento del pozzetto iniziale della nuova cavità, il metodo è lo stesso del giorno prima e in poche ore di lavoro riusciamo a forzare il fondo e passare comodamente nella saletta dove prima si era infilata Gabry, ora il lavoro si semplifica e tutto il materiale restante vien svuotato sul fondo di questa saletta di circa 5 metri di diametro,  alta quasi 3 metri, con la volta a cupola e materiale franoso alla base, il tutto in leggera pendenza.
Questa saletta ha la particolarità di aver alla base delle strane rigature di colore marrone scuro tendente al nero congiunte tra loro quasi a formare delle grandi figure geometriche quali rombi o simili per poi ricongiungersi con tutto il perimetro della saletta.
Durante lo svuotamento riaffiorano vari reperti bellici di scarso valore, ossa di bestie e rami di pino mugo in decomposizione.
Quella che subito ci era sembrata una dolina di crollo in realtà era una cavità già esistente riempita di materiale come purtroppo succede spesso.
Usciamo e decidiamo quindi di recintare il perimetro con pali e nastro bianco-rosso in modo da evitare avvicinamenti inopportuni da parte di estranei.
L’aria è tanta, se non ci fosse avremmo già chiuso il cantiere da tempo.
Finiamo la giornata andando in battuta tra doline e mughi nelle vicinanze della Selletta Generale Caviglia.
Troviamo una piccola galleria militare impostata su grotta la quale nel fondo presenta anch’essa un fitto tappo di giaccio.
Dopo qualche ora Davide riesce a scovare, seguendo una trincea militare ormai semi nascosta dai mughi, un’ esigua apertura.. ci chiama e per primo mi infilo, Davide mi segue dopo poco.
Sembra d’apprima la partenza di una grotta, anche se dopo poco si vede nettamente il riadattamento ad uso militare.
Ciò nonostante si rivela una cavità interessante, fredda, con la volta sfondata in più punti da camini che danno all’esterno su stretti pertugi, lunga, e, sorpresa, ad un certo punto parte un meandrino basso che sà di tutto tranne che di militare… oltretutto và a sbucare proprio sotto alle auto parcheggiate sopra la selletta.

>>continua>>