Campo Speleo 2013 …parte prima…

Scusate il ritardo, ma i vari impegni che si sono susseguiti mi hanno impedito di potervi tenere aggiornati sui frutti che abbiamo raccolto al Campo Speleo per quest’anno.
Hanno partecipato moltissime persone sia speleo che non e sia della zona che non.
Del GGS: Marco “Boa” Boarin, Flavio Cappellotto con la moglie Daniela e il figlio Nicola, Alice Cappellottboscoseccoo , Moreno “Morejo” Girotto, Flaviano “Mase” Masetto, Giancarlo “Spillo” Casentini, Umberto “Ubi” Uderzo con la moglie Federica e il figlio Alessio, Mauro Regolini;
Del Geo Cai Bassano: Davide Strapazzon (che prima o dopo convinceremo a fare la tessera anche al GGS)
Del nuovo Gruppo Speleo in seno al Cai Marostica: Valentina Tiberi, Maurizio “Buba” Mottin, Chiara Corrà, Aurora Costenaro, Marika Cogo, Marina Presa;
Del Gruppo Speleo Forte dei Marmi:  Monica Gambi.
Spero di non aver dimenticato nessuno 😛

Fattostà che, nonostante i (forse) troppi problemi logistici riguardanti il campo base e il minore afflusso di gente rispetto all’anno passato, molti degli obiettivi che ci eravamo prefissati sono stati raggiunti!

Siamo partiti la mattina del sabato 10 Agosto, io e Flavio con Daniela e Nicola al seguito, in direzione Altopiano dei Sette Comuni con unica tappa a Canove per prelevare, dalla sede della pro loco, le chiavi della Malga BoscoSecco.Sberlottameloch 2013
Carichi come muli, il mio volvo e il navara di Flavio, a stento, facendo la massima attenzione a non far danni, passavano a filo su ogni minimo sassetto che gli si presentava davanti la strada sterrata che conduce alla malga.
La giornata per noi viene dedicata quasi interamente al taglio della legna che ci servirà alla sera e per i successivi giorni… quassù fà tutt’altro che caldo alla sera.
Nel frattempo cominciano anche ad arrivare alcune delle ragazze del Gruppo di Marostica che vanno in perlustrazione della zona, fino all’ avvento in serata di Moreno con il motosega per tagliar tutto ciò che le nostre roncole non han potuto tagliare.
Ovviamente la sera baldoria e cena tutti assieme, ragionando sui lavori papabili per l’indomani, fino alla pensata di qualcuno di uscire fuori per guardare il cielo, d’altronde è la sera di San Lorenzo.
Spettacolari costellazioni si mostrano ai nostri occhi in tutta la loro bellezza su di un cielo così limpido che molti in valle non sono per niente abituati a vedere… si scorge chiaramente anche la via lattea e non mancano le stelle cadenti.
Tante stelle cadenti, tante che come minimo ne avremo contate almeno 5 o 6 a testa ed alcune anche di durata spopositata. Bellissimo!
La mattina seguente, domenica 11 agosto, partiamo quasi tutti in direzione Monte Forno – Monte Chiesa fermandoci come boscoseccodi consueto poco prima della Malga Pozze sul Monte Cucco di Pozze.
Tra chi va in battuta alla ricerca di nuove cavità e chi si addentra allo Sberlottameloch e chi si cimenta in nuovi scavi in doline limitrofe posso dire che da fare ce n’è per i prossimi mesi o forse anni.
Tutta la zona è cosparsa di piccoli inghiottitoi a ridosso delle due enormi doline sui due margini della strada che porta alla malga e la nostra nuova cavità, lo Sberlottameloch, apritosi l’anno scorso mentre io tornavo dal “Propedeutico”, si apre proprio a 5 metri da questa.
Per alcune delle ragazze del Gruppo di Marostica era la prima volta su corda, anche se, a dir il vero non è che ci sia poi tanto da scendere, la cavità infatti presenta al momento un unico pozzetto di soli 7 metri prima di immettersi nelle ampie gallerie di crollo che danno verso il punto dove stiamo scavando.
Punto che è rimasto ancora fermo dalla scorsa estate, infatti questo è stato il primo giorno di lavoro dopo la chiusura con lamiere e tubi fatta poco prima dell’inizio dell’inverno scorso.
Fattostà che comunque siamo riusciti a proseguire negli scavi individuando il punto più papabile e facendo saltare un paio di massi di dimensioni metriche che traballavano sulle nostre teste, proseguendo con l’alzare la “masiera” che avevo iniziato a costruire l’anno prima insieme a Spillo e Strapazzon in modo da bloccare alla bell’e meglio o comunque nel modo più sicuro possibile l’incombente frana.
Stiamo infatti scavando in forte pendenza e per il momento preferiamo ripararci sotto un piccolo accenno di volta e continuare lì gli scavi.Buso della Neve - Flavio e Spillo
Il trasporto dalla grotta alla malga non è dei più consoni, ma d’altronde non abbiamo molti permessi e quindi Flavio si prodiga di farci stare tutti sul suo Navara….io, tanto per non cambiare, mi appiglio sul retro esterno dell’auto.
In malga, la sera, grande abbuffata di carni alla griglia portate dal Mase, che porta con se anche Monica e Alice (loro non son finite sul fuoco,sia chiaro), baldorie e vedute di stelle, desiderando stavolta di trovar qualche pozzo perchè lo Sberlottameloch, ahimè, impiegherà ancora del tempo prima di concedersi.
La mattina del lunedì 12 una  folta squadra di speleologi va alla conquista del Buso della Neve del Monte Zingarella che a causa delle forti nevicate invernali si è nuovamente tappato.
Erano passati molti e molti anni prima che riuscisse a stapparsi un passaggio, nel ghiaccio e nelle nevi, che permettesse l’accesso alla spettacolare Sala Freezer, caratterizzata da una colata di ghiaccio di dimensioni metriche al centro sala e da dozzine di  trasparenti stalagmiti bulbose, e successivamente all’imponente nonchè terrorizzante Sala Zero, particolare per la presenza di un tappo di ghiaccio e nevi perenni, che si superano su un fianco per scendere il P50 per scendere sul fondo e che sovrasta l’intera Sala sgocciolando ovunque e facendo  pensare ” vabbè, è rimasto lì fino ad adesso, non vorrai che ceda proprio ora che son appeso io, no?”.
Ora lo squadrone composto da Flavio, Spillo, Morejo, Mase, Strapazzon, Valentina, Aurora, Marina, e con il prezioso aiuto Mina della Botte - Alicedel secchio e della pala del malgaro di Malga Zingarella, si accinge a compiere quella che forse può essere definita un assurdità, scavare per metri un pozzo nella neve per individuare l’apertura del condotto della “Via dei Meandri” senza sapere se si stà scavando nel posto esatto… 😛
Nel frattempo il sottoscritto con Ubi e famiglia, Alice, Daniela, Nicola e Monica partiamo da Malga Boscosecco in direzione del Monte Zingarella dove gli altri stanno, appunto, scavando.
Il tragitto, soprattutto nella parte più alta, ormai all’arrivo in zona Zingarella è cosparso di campi solcati, uno scenario molto particolare, e a noi molto simpatico vista la scarsa presenza di quelle fastidiose ed infestanti piante protette che sono i pini mughi!
Io ed Alice raggiungiamo gli altri al Buso della Neve in ritardo, infatti abbiamo dovuto fare una piccola (anche se dipende dai punti di vista) deviazione per le fitte foreste di odiosi mughi per poter far passare il labrador di Marina, Maggie, senza che dasse fastidio alle pecore lungo il percorso… risultato? questo non ne voleva sapere e io ed Alice non potevamo desistere dal farlo muovere in qualsiasi modo, tornare sui nostri passi era impossibile!
Scendiamo per il cavo d’acciaio posto fino alla partenza cengia, poco sopra la neve, e quindi degli scavi, mentre gli altri decidono di completgare il giro a piedi tornando alla malga.
Facciamo qualche foto e un paio di video e continuiamo anche noi il giro salendo il Zingarella, superando l’Abisso Terzo e proseBuso della Neve 2013 primi scaviguendo secondo le indicazioni datoci da Spillo, sbagliando ovviamente bivio, ma proseguendo in direzione di “Mina della Botte“, girando per le “Terre More” e in direzione dei “Fontanelli di Boscosecco“e tagliando su un sentiero verso Boscosecco ritroviamo Spillo e Morejo che ormai stanno tornando a piedi verso la malga.
Qualcuno ormai ci lascia o ci ha già lasciato, tra impegni lavorativi vari restiamo comunque un bel gruppetto.
Martedì 13 nuovamente vede una squadra al lavoro allo Sberlottameloch, Flavio ci riporterà la notizia che, continuando gli scavi, ha rinvenuto una lingua di ghiaccio… una lingua di ghiaccio in mezzo ad una frana???
Chiediamo spiegazioni all’unica geologa presente al campo, Velentina, che ci segnala potrebbe essere del ghiaccio antico… d’altronde come tutta la grotta.
Io e Monica invece ci dirigiamo al Abisso Però Prometteva Bene, Moreno mi segnalava un punto, visto dal Pierga, su frana alla base di un pozzo a circa -200 che sarebbe da riguardare.
Raggiungiamo la grotta con solo la nostra attrezzatura, materiale da disostruzione e trapano; corde e ferragli d’armo sono già in grotta, ne avevamo portati a raffica appena visto che non voleva decidersi a fermarsi.
Raggiungiamo il punto dopo aver superato la frana Adrenalina, il Pozzo ParcoGiochi e  il Pozzetto successivo  e raggiungiamo la base del Pozzo Innominato a circa -200.
La base del pozzo è cosparsa di grossi massi e per procedere verso il fondo “vecchio” in direzione del Pozzo Voglia di Cabernet bisogna infilarsi, neanche troppo scomodamente tra di essi e scendere in una piccola saletta, ma per noi la discesa si ferma qui.
Individuo subito il punto che mi aveva detto Moreno, ricordo infatti di averci già puntato il naso al tempo, ma non essendo più stato da queste parti non ho più avuto modo di verificare.
Un piccolo pertugio sembra proprio aprirsi sulla nostra destra, leggermente nascosto da massi, ma prima di iniziare a lavorarci scendo sulla saletta sottostante verso la via vecchia per verificare che non comunichi e quindi vanifichi eventuali sforzi.sotto le stelle
Dopo numerosi lanci di sassi e tentativi di vedere luci di led desistiamo e appuriamo che non c’è niente da fare, è una via che si muove per i fatti suoi!
Cominciamo quindi i lavori per disostruire il passaggio ed impedire che altri massi possano venirci in testa una volta passati.
Il lavoro non è lungo e dopo poco comincio ad armare a multi-monti la calata.
Ci passo appena, ma per fortuna poco dopo allarga dando vita ad un pozzetto di circa un 7/8 metri che scampana leggermente.
Poggio i piedi su di una cengia non più grande di due metri quadri dalla quale partono un meandro inclinato a 45°  che prosegue per circa tre metri, ma che al momento è impercorribile, ed un altro meandro ad altezza del mio collo sul quale riesco ad affacciarmi ed a vedere che anche questo se ne va per i fatti suoi a mo di serpentina con le classiche lame di roccia che son presenti in tutta la grotta, ma anche questo necessita una livellata.
Entrambi ritornano sui loro passi, nel senso che tornano dalla direzione dal quale son sceso, mentre dalla base della cengia riesco a scendere per altri 3 metri circa e mi ritrovo su di una saletta con una pozzanghera d’acqua sulla destra e un meandro, anche questo cosparso di lame, diritto davanti ai miei occhi.
Scende anche Monica per dare un occhio al tutto, ma resta lì poco, risale e mi passa il trapano.
Lo uso semplicemente per far dei buchi tra le lame per facilitarmi il compito con la mazzetta.
Cerco semplicemente di farmi quel minimo di strada per potermi esporre il più possibile e vedere al di là cosa si cela.
Mi incastro per la quasi totalità dei 3 metri del meandro fino a riuscire a scorgere quella che sembra o una saletta o la partenza di una galleria.
In pratica dopo un saltino che stimo sui 3 metri si apre questa gran sala alta circa 5 metri, larga altrettanto e lunga almeno 8/9 mBuso della neve 2013etri, della quale però non riesco a vedere l’effettiva fine perchè tende a svoltare verso destra, tra l’altro il fondo cosparso d’acqua, dalla quale affiorano sabbie fine e massi di calcari scuri, mi da, appunto, da pensare che sia la pertenza di una galleria.
Ottimo! aver desiderato pozzi la sera delle stelle cadenti ha portato bene!
Per fortuna han da poco riarmato la grotta aggiungendo utilissimi frazionamenti sul Pozzo Tremors!
Guadagnamo l’uscita e ci dirigiamo nuovamente a piedi verso Malga Pozze… punto l’occhio e vediamo il navara di Flavio che sfreccia sulla sterrata verso Boscosecco.
Uffa, ci siamo sbagliati di 10 minuti, vabbè, sono le 19.30 e siamo alla Malga, ci hanno lasciato un messaggio che torneranno subito a prenderci, tanto vale continuare a piedi verso Boscosecco, arriviamo al bivio di Monte Forno e continuiamo per un altra mezz’ora, non di più, quando arrivano i nostri “soccorritori”.
Anche stasera siamo in malga, tutto è andato bene!

…continua…

Boa

verso Buso Neve ZingarellaGruppo Grotte Marostica