Campo Speleo 2013 …parte seconda…

Vi avevo lasciati con l’ultima esplorazione al Però Prometteva Bene di Martedì 13… bene, devo fare un piccolo passo indietro.

…Sogno di una notte di mezza estate…Campiluzzi
Racconto ai miei compagni al Campo del sogno fatto domenica notte dopo la sera in cui Moreno mi indicò il punto dove poi avremmo lavorato al Però Prometteva Bene.
Ero probabilmente provato dall’aver impugnato la roncola per tutto il sabato e suggestionato dagli eventi, stà di fatto che sognai di essermi mozzato una falange con l’uso forzato, appunto,  della roncola.
Ma questo non mi dava grandi noie, anzi, nel sogno ero felice e contento assieme ai miei compagni Flavio e Pierga.
Pierga solitamente scherza sulla sua falange mozzata, mostrando entrambe le mani  è solito pronunciare un bel “9 e mezo!” invece che il classico e comune “10”.
Nel sogno eravamo tutti e tre vicini, felici e contenti, pronti per scendere in grotta, bardati di tutto punto che a gran voce pronunciamo quel “9 e mezzo!” tra tante risate.
…fine del sogno…

Da qui il nome della nuova via appena esplorata con Monica al Però Prometteva Bene, la “Via dei 9 e mezzo”.
Siamo a mercoledì 14, l’ultimo giorno in cui possiamo restare in Malga BoscoSecco, qui cominciano i problemi lRifugio 3 Fontaneogistici.
Flavio è sceso a valle per accompagnare a casa la moglie e Monica deve riprendere il treno per tornare a casa.
Abbiamo a disposizione poco tempo oggi,  nel pomeriggio dovremo far armi e bagagli e sloggiare dalla malga, optiamo quindi per una battuta in zone viste da Spillo nei giorni precedenti.
Oltre a Spillo siamo restati io, Alice, Nicola e Strapazzon.
Siamo nella fascia dietro al Monte Forno, nostro abituale punto di passaggio in direzione dell’Abisso Però Prometteva Bene.
Anche qui la zona è cosparsa di inghiottitoi e ipotizziamo che sicuramente sui costoni di roccia che si pongono davanti ai nostri occhi, nessuno, o quasi, è andato a ficcarci il naso, a tempo debito dovremo farlo noi!
Camminiamo su sentieri di guerra fino ad una spianata con un rifugio fresco di fabbricazione, il Rifugio Campiluzzi.
La zona è veramente interessante ed il rifugio accogliente dovrebbe riuscire a contenere fino a 7/8 persone.
Dobbiamo in qualche modo informarci se in zona c’è già qualche cavità e sfruttare il rifugio per un eventuale futuro week-end!
Comunque proseguiamo ancora per un pò aggirando la zona seguendo tracce di sentiero fino al momento in cui Spillo ci abbandona per tornare a valle dalla famiglia.Albi Mandrielle
Poco dopo abbandoniamo anche noi la zona per andare a sistemare la malga.
Carichiamo a dismisura le auto, ceniamo e via verso Malga Fossetta dove per una notte veniamo ospitati dagli amici del Gruppo Grotte Trevisìol di Vicenza.
Anche loro stanno facendo un Campo estivo.
Al nostro arrivo troviamo uno sfacelo di auto parcheggiate all’interno delle recinzioni di legno della malga e pensiamo a quanta gente ci portebbe essere, in realtà per il momento, ci va ancora abbastanza di lusso.
Ritrovo amici con la quale esco abitualmente come Andrea “Fiocco”, Giulio “Ciube” e Filippo “Splash”, ma anche altri che conosco abbastanza e non vedo abitualmente come Gianki, Bruno, Mario e Mirco.
Bagordi con la compagnia delle carte, del “Gna’ Omo” e del “fluimucille”, bevanda decisamente alcolica, artigianale, con vaghi sentori di camomilla, gli unici sentori che riesco a riconoscere.
La mattina seguente, giovedì 15, eravamo già in accordo di far una bella grigliata tutti assieme in tranquillità.campiluzzi
Verso le 10.30 ci raggiunge Romano Trevisìol con la carne, ma non essendocene a sufficienza, io e Flavio scendiamo a valle, tanto lo avremmo dovuto fare comunque, per consegnare le chiavi della malga alla Pro loco di Canove che si oggi trova a BoscoSecco e quindi verso Gallio.
Superiamo il paese affolatissimo di villeggianti casinisti “della domenica” e ci fermiamo al primo super mercato.
Non ne è passato poi molto tempo da quando avevamo abbandonato la civiltà, eppure, non so più dove sono, la testa gira, frastornato dalle luci, dalla miriade di materiali, dalla gente, dalla frenesia, neanche da ubriaco mi sento così spaesato! …che brutta sensazione…
Recuperiamo il più in fretta possibile ciò di cui abbiamo bisogno e torniamo veloci a Malga Fossetta dove nel frattempo sono arrivati Mauro Regolini, Simone, Michela, Laura, Pierga, Miguel, “Ciacola”, Drago ecc…
Grandi discorsi filo-filosofici sul sesso degli angeli o comunque cazzate varie, grandi “ciacole” insomma, aspettando ceh la carne sia pronta.
Mangiamo tutti dentro la piccola malga, affollatissima, superiamo di sicuro la quarantina di persone! peccato il tempo non ci permetta di usufrire del lungo tavolo esterno, freddo e sentori di pioggia si fanno sentire.
Durante il giorno c’è chi si diletta in passeggiate, chi va a fare il giro dei Castelloni di San Marco, chi altri va in battuta in zona Albi di Mandrielle mentre altri stan facendo prove d’armo in preparazione dell’ esame  da IS, e chi altri, giustamente, caBuso della neve 2013zzeggia alla grande.
Dovevano unirsi alla nostra compagnia anche Laura, Pierga e Miguel, ma purtroppo uno si ritrova con un mal di schiena atroce e l’altro con le vesciche ai piedi di ritorno dai Piani Eterni.
Al nostro rientro in malga recuperiamo tutto ciò che ci potrà servire per i prossimi giorni dalla mia macchina, solo lo stretto necessario, e lo spostiamo nel navara di Flavio che in pratica diventerà il nostro “campo mobile”.
Per il pernottamento notturno ci spostiamo a Malga Zingarella dove vieniamo ospitati dai gentilissimi malgari Maurizio, Luca, Angelina ed Elena e dove troviamo un pasto caldo da mettere sotto i denti, anche questo gentilmente offerto!
La mattina del venerdì 16, facciamo colazione in malga e poi ci dirigiamo più presto possibile verso il Buso della Neve.
Io e Mauro per primi scendiamo sulla neve per vedere i risultati del lavoro precedente.
Valutiamo un attimo la situazione per vedere come procedere e poco dopo, Mauro si infila nello scavo, gli passo la corda con attaccato il secchio e lavoriamo circa per un paio d’ore scendendo per lo stesso numero di metri percorsi dai precedenti scavi.
Valutiamo nuovamente il da farsi, se continuiamo così potremmo anche non trovare mai uno sbocco, ormai siamo già scesi più di 6/8 metri e dico a Mauro che mi sembrava l’apertura della “via dei meandri” si aprisse a lato roccia.
Neanche averlo detto apposta dopo due palate trova la partenza di un piccolo tetto, ma ormai siamo congelati e decidiamo di risalire a bordo neve per scaldarci le ossa.
Facciamo le lucertole sul fil di sole che riesce a penetrare nel baratro per qualche minuto, risaliamo ed è il momento di dare ilBuso della Neve - Flavio cambio a Flavio e Strapazzon.
Io mi crogiolo al sole ancora un pò, mentre Mauro ridiscende per dare una mano.
Dopo qualche ora risalgono tutti e sembra proprio che portino con se buone nuove…. SIAMO PASSATI !!!
L’aria che esce dal buco creato tra la neve ci fà pensare che nel giro di poco, forse meno di una settimana, tutta la neve circostante dovrebbe sciogliersi… sarebbe decisamente comodo.
Nel pomeriggio inoltrato tentiamo la fortuna spostandoci al Rifugio Tre Fontane, purtroppo i malgari avevano ospiti, sennò ci avrebbero ospitati di buon grado anche per questa notte.
Arrivati al Rifugio troviamo alcuni componenti del Gruppo Speleologi Malo, tra i quali ricordo Stefano “Lillo” Panizzon e Matteo Scapin.
Attornati da timorose vacche mangiamo sulla panca esterna, quasi all’aggiaccio, pur  di non dar fastidio, e a cena terminata tutti dentro a preparare le “brande” nella piccola stanza che ci dovrà ospitare tutti per la notte, ovviamente dopo qualche bicchiere in compagnia.
La mattina dopo, sabato 17,  Lillo e Matteo partono, invitandoci, all’Abisso del Corno di Campo Bianco, decliniamo l’offerta e ci dirigiamo verso il bivio di Malga Galmarara e quindi risaliamo in direzione di Malga Zingarella e quindi del Buso della Neve.
Salutiamo velocemente i malgari e cerchiamo di arrivare il più veloce possibile all’ingresso del Buso.
Scendo per primo fra la neve, dove abbiamo appena finito di scavare.
Tutto è instabile, scesi 8/9 metri  ci si sposta per un paio di metri a sinistra fra blocchi gocciolanti di neve e successivamente fra coltelli di ghiaccio.
Ad ogni passo sento il vuoto sotto i piedi e in più di un occasione sono sprofondato dentro la neve.1238086_529785183757967_646891132_n
L’aria ha agito proprio bene, la neve si sta sciogliendo in modo impressionante!
Do il “Libera!” a Mauro che veloce mi raggiunge.
Nel frattempo Strapazzon e Alice scenderanno per fotografa il più possibile della grotta.
L’obiettivo mio e di Mauro è quello invece di raggiungere il fondo.
Abbiamo due sacchi a testa, due fastidiosissimi sacchi che non vediamo l’ora di mollare per strada.
Il tempo a nostra disposizione non è molto, ci siamo prefissati di ripartire verso l’uscita verso l’una.
Il meandro iniziale mostra chiari segni di rotture e frammentazioni dovute ad un’antica lingua di ghiaccio che probabilmente occludeva completamente tutta la parte alta, fino ad arrivare a sciogliersi ed a creare la classica forma a buco di serratura.
Ne io ne Mauro eravamo mai scesi, d’altronde è circa dal 2001/2002 che nessuno vi scende e, nonostante Flavio ci abbia indicato la strada da seguire, percorriamo con difficoltà tutto il meandro, facendoci venire molti e molti dubbi sull’effettiva strada da percorrere.
Stà di fatto che arriviamo su di uno slargo alto qualche metro dove sono evidenti le partenze di due vie distinte, bene, questo dovrebbe essere il Trivio.
E adesso? … nessuno di noi due era certo della direzione indicataci da Flavio, optiamo per la destra e ancora dopo un pò raggiungiamo (finalmente) la partenza di quello che dovrebbe essere il Pozzo dell’Aio.
Nel dubbio ci siam portati dietro il trapano e il materiale d’armo.Buso della Neve - Mauro
Comincio a riarmare il pozzo con multi-monti, i fix piantati nel 2001/2002 sono andati, e l’aria… l’aria è una cosa pazzesca! nel meandro, faticando, quasi non te ne accorgi, ma ora che ci siam fermati e la punta del trapano espelle polvere, beh, l’aria non fa a tempo a fare  5 centimetri di caduta che tutto vien portato via.
Finito di inondarmi di polvere di roccia, avvito i multi-monti su degli anelli e monto la corda per la discesa.
La partenza non è delle più grandi, ma il pozzo scampana subito dando adito ad un gran salone che dimostra tutta la sua potenza con stratigrafie di dimensioni metriche.
Mi manca poco prima di finire di scendere il pozzo, due i sacchi contenenti corde ed ovviamente non so ne quanto misurano le corde, ne se sul fondo è stato fatto il nodo.
Nel dubbio giunto la corda con la successiva presente nel sacco, procedo per un altro metro ed arrivo a poggiare i piedi su una piccola cengia non più larga di 50 centimetri… vabbè, ho giuntato le corde per neinte, ma nel dubbio…
Do il libera a Mauro e mi gusto un pò la sala, controllo l’orologio, è l’una meno dieci, facciamo appena appena tempo a far qualche video e foto e ripartiamo.
Al Trivio ritroviamo Strapazzon ed Alice, facciamo qualche foto e via veloci verso l’esterno.Flavio e il campo mobile
Alle 15.00 siamo già in Malga, il tempo di bere con il malgaro e siamo di nuovo in partenzaversoil Bivio di Galmarara, lasciamo MAuro alla sua auto e lo salutiamo mentre noi continuiamo verso Malga Fossetta dove io e Strapazzon abbiamo lasciato le auto.
Ritroviamo i ragazzi del GGT, quattro ciacole e ci salutiamo.
Per noi il campo è finito.

Anche quest’anno siamo riusciti a portare a casa dei buoni risultati ed una buona partecipazione, per fortuna Flavio si è reso diponibile a darmi una mano per organizzare il tutto, non so proprio come avremmo fatto senza il suo prezioso aiuto!!!

Ciao a tutti
Boa