Buso della Neve 30.08.2014

Buso della Neve “ Abbiamo DOMATO il Mostro”!

G.G.S. :Flavio e Alice Cappellotto, Laura Nicolini e Pierga, Igor Dalla Costa, Mirco Calgaro
G.G.T. :Francesco Gallo

Obiettivo primario: Chiusura conservativa del cunicolo di accesso all’abisso. – Raggiunto-
Obiettivo secondario: Discesa a Sala Zero. – Raggiunto in parte-

Ritrovo ore 8 (solito cimitero) con 2 macchine saliamo in altopiano. Buso della Neve 2014 - chiusura ingresso
A malga Zingarella, divisi i vari materiali, raggiungiamo la sommità dell’inghiottitoio di ingresso.
Pierga comincia a ricavare una piazzola per l’atterraggio dell’elicottero.
In realtà ci servivano mughi e legname per la chiusura nella neve, ma con un unica azione abbiamo raggiunto due obiettivi.
Scendiamo sul nevaio di ingresso Io, Pierga e Mirco, i tubi sono da ancorare sopra ad un pozzo di 20 metri. Decidiamo di unire i tubi nella neve e infilarli tutti e tre assemblati in un unico pezzo.
Cominciamo ad attrezzare la parete con campata doppia per poter lavorare in due, a destra e a sinistra dei tubi. Pierga ed io scendiamo ad installare due staffe fisse sulle quali poggerà la base del tunnel artificiale, Mirco ci supporta passandoci i vari materiali che ci servono.
Nel frattempo gli altri fanno un passamano con i mughi portandoli da sopra fino a noi.
Cominciano poi a tagliare grossi blocchi di neve per riempire lo scavo fatto fino ad ora (che assurdità… 4 uscite di scavo per richiudere tutto).
Cominciamo la posa del tubo di ingresso, noi assicurati sotto, e gli altri da sopra ci fanno scivolare il tunnel artificiale fino alle staffe.
Le staffe sono fissate alla parete in un punto di roccia molto buona.
Il tubo è in appoggio e Mirco comincia le operazioni di fissaggio alla parete nella parte alta con altri due ancoraggi.
Io e Pierga all’altezza di ogni anello di giunzione, sfruttando le staffe stesse di unione, passiamo due cordoni di cavo in acciaio.
Il cavo viene ancorato alla parete più in alto delle giunzioni stesse tenendo cosi i tubi perfettamente ingabbiati e Buso della Neve 2014 - chiusura ingressofissati.
A questo punto la situazione è la seguente: abbiamo un pozzo naturale tra neve e roccia profondo 20 metri, la dimensione dell’imbocco a forma di fessura varia da 10 a 60/70 centimetri per una lunghezza di 2 metri circa.
Dobbiamo richiudere tutto tranne i 40 centimetri di diametro in cui passano i tubi.ì
Il sistema che abbiamo usato per chiudere e rendere ermetico il tutto è il seguente:
-1° – con il legname più grosso, usando dei pini già sradicati dall’inverno, è stata formata una specie di griglia.
-2° – sopra a questa pseudo struttura abbiamo deposto i mughi, in modo alterno quasi intrecciandoli andando così a creare una maglia.
-3°- riponendo i mughi più grossi sotto e quelli più fini sopra si è creato una specie di pavimento.
-4° – sopra i mughi neve a volontà in blocchi e polverizzata fino a creare uno strato omogeneo, chiudendo più ermeticamente possibile tutte le fessure.
Saranno cosi il freddo e i cristalli di neve che si salderanno tra di loro i nostri ultimi alleati in questa impresa.

Lo sapevamo che succedeva, ma provarlo sulla propria pelle è stato emozionante: quando aprivamo e chiudevamo il coperchio del nostro pozzo semi artificiale si sentiva una colonna di aria IMPRESSIONANTE.
Fatto questo, mentre gli altri recuperano altri mughi per creare un cuscinetto protettivo attorno ai bidoni, Io, Igor e Mirco scendiamo.

Scendiamo nel Pozzo semi artificiale e andiamo a gironzolare in Sala Mediana. Il tappo di ghiaccio di Sala Zero al Buso della Neve
Oltre a foto e commenti di rito ci soffermiamo sulla “grande colata di ghiaccio sul fondo della sala” che risaliamo in parte passando da dietro, e ci viene un dubbio, sopratutto a Mirco… la sommità di quella colata causata dallo scioglimento non esiste più e al suo posto è comparsa una frattura che sale per parecchi metri quindi ci chiediamo: “e se non fosse mai stata percorsa da nessuno??” .
Per arrivarci ci vogliono tecniche di risalita che non erano tanto amate nel periodo delle prime esplorazioni, si pensava di più ad andare in giù.
Non ci sono segni evidenti di ancoraggi o altro, sembra che non sia mai passato nessuno.
Anche se Mirco non lo dà a vedere è molto eccitato (speleologicamente si intende).*
L’entusiasmo di Mirco mi è stato confermato da un suo sms quando arrivato a casa probabilmente ancora prima di ogni altra cosa ha controllato il rilievo scrivendomi che quel meandro non c’è.
Questo sarà uno dei nostri prossimi obiettivi.

Flavio e Alice