Buso della Neve, Monte Zingarella – venerdi 18 maggio 2012.

Plin plin, due goccie di pioggia, giusto due….
Mi trovo alle 17 appena passate a casa del Fer.
Carichiamo armi e bagagli e poi via, obbiettivo il Buso della Neve del Zingarella, come da programma. Con noi due c’è anche suo figlio, Fernando Mattia.
Eccitato dalla prospettiva ma in maniera contenuta come è nel suo carattere.
Purtroppo nessun altro del gruppo può venire su con noi ma per molti versi li posso capire…comunque sia ci vuol ben altro per fermarci che due gocce di pioggia, tanto più che sono già finite….
Arriviamo su a Malga Zingarella col fuoristrada del Fer.
Furbescamente lo piazza in un posto defilato dalla vista dalla strada. E’ tardi ma non si sa mai…
Abbiamo dei pesi mostruosi da portar su: 50Kg di cloruro di sodio (sale) 5litri di acqua, corda e il materiale da armo.
Il piccolo Mattia mi sorprende visto che si accolla un sacco con 25 Kg. di sale…
Alle 7,30 siamo già sul posto. Io scendo per vedere la situazione e dico ai due sopra che il buco nella neve sembra aperto.
Veloci scendiamo fino al bordo ed iniziamo l’armo.
Abbiamo solo 57m di corda a disposizione, penso che dovrebbero bastare.
Ed invece no, da sotto il Fer urla su che mancano una decina di metri.
Riposiziono l’armo ancorandomi su un solo attacco e poi giù.
Prima di me Mattia e poi io. In effetti sotto il tappo superficiale l’ambiente è bello aperto, con il mio potente pilone vedo da lontano la grande sala di ghiaccio.
Appena sotto la verticale del tubo sento l’aria molto forte, un vero e proprio venticello.
Qui sotto c’è un altro mostro e ce lo diciamo.
Con questo espediente la corda ancora non arriva al fondo della conoide, mancano una decina di metri.
Forte dei miei ramponcini scendo senza corda l’ultimo tratto ed arrivo al centro della grande sala ghiacciata.
Minacciose colate di ghiaccio arrivano dalla parete destra, al centro della sala una gigantesca colonna di ghiaccio risulta spezzata in due collassata dal suo stesso peso.
La visione è fantastica, alte stalagmiti bulbose di ghiaccio formano alla base tutta una cortina diamantata…
Purtroppo quello che temevo si dimostra esatto: al centro della sala il mitico “freezer” risulta ancora tappato.
Come potete immaginare Il sale che abbiamo portato a fatica con noi serve proprio a questo scopo: sciogliere il ghiaccio.
Purtroppo stasera non possiamo iniziare a stenderlo perchè la corda non arriva al fondo, la piccozza del Fer nel ghiaccio vivo fa ben poco, ci vorrebbe un vero piccone.
In qualche modo cerco di fare delle foto in questo fantasmagorico paesaggio e poi decidiamo di uscire. Arriviamo comodamente scarichi alla macchina (naturalmente il sale ed il resto lo abbiamo lasciato là per tornare in seguito adeguatamente equipaggiati…), ci cambiamo e poi via verso casa.
A Cesuna un’ottima pizza ed una birra completano una giornata da incorniciare.
All’una siamo a letto pronti ad addormentarci sognando gallerie, sale e pozzi che non tarderanno a rivelarsi in questa grotta fantastica.
Il mitico Buso della Neve farà sicuramente parlare di sè…
Ciao a tutti
Cesare.