Abisso Spiller 25.11.2012

Ricevo un messaggio da Michela :”Oh, facciam qualcosa domenica?”.
Beh, ovviamente la risposta fù positiva, l’idea iniziale era però quella di andare al Buso del Vento e con l’occasione fare anche quattro foto.
Sabato mi arriva un altro messaggio”Oh, cambio di programma, andiam in Spiller, Filippo vuole far grotta”.
Nessun problema, l’idea è però quella di scendere sotto Sala Disco a rilevare, son un pò fiacco in sto periodo, ma in qualche sistema accetto a patto di non venir frustato in cas o di forti rallentamenti.
Ci troviamo quindi alle teoriche 7.30 a Caltrano… o meglio, lì ci troviamo io e Simone, solo che io dovevo andare in Spiller, lui in manovra col Soccorso.
Fatto stà che dopo un pò mi arriva un chiamata, e partiamo quindi verso il bar dove sono appena arrivati Michela (micky – click), Filippo (the president – splash) e Gianluca (sgresenda – il sardo veneto) … oltre a Pierga per la manovra di Soccorso.
Veloce colazione e tentativo di interpretazione da parte di Gianki di punti di poligonale stampati su centomila foglio da Click.
…Impossibile…
Saliamo verso il Verena col pandino di Splash, ci cambiamo al fresco fuori dalla malga e partiamo “ciacolando” verso Busa Masciara.
Ci fermiamo solo un “attimo” a scattar qualche foto prima di entrare.
Scendo veloce a recuperare la corda del primo pozzo, lasciata come consuetudine a penzolare dal primo frazionamento e risalgo ad armare.
Scende per primo verso il fondo del primo pozzo Splash e in successione io, Sgresenda e Micky.
In un attimo siamo a Sala Caffè, ma decidiamo di soffermarci e fare qualche piccolo lavoro qui invece che andare sotto Sala Disco e quindi a rilevare il Ramo Schio, il Pozzetto Ho-chi-minh e il Tetris di gallerie sottostanti esplorate nel 2008.
Breve pappa e divisione delle squadre.
Splash e Sgresenda si dirigono verso l’80 a cambiare una corda lesionata, mentre io e Micky iniziamo il rilievo di un rametto che parte da circa 3 mt da Sala Caffè.
Passiamo una strettoia, arriviamo in una saletta del diametro di 3mt e alta 6 metri.
Qui siamo un pò indecisi, sembra esserci una via più in alto, ma per il momento ci dedichiamo alla parte bassa.
Passiamo quindi uno stretto passaggio scavato in un tratto di frana sul margine opposto della saletta e proseguiamo per circa una ventina di metri lungo uno stretto meandro che sembra un arrivo d’acqua ormai fossile.
Sul fondo le dimensioni si fanno decisamente esigue e indietreggio cedendo il passo a Micky che prova abilmente ad infilarsi nell’ultimo tratto, ma ahimè la parte terminale biforca e si estingue  in fessure impraticabili perfino per la sua esile figura.
P.s.: tale rametto lo abbiamo soprannominato (non sapendo se ha già un nome) Meandro delle Scureggette… lascio alla vostra fantasia immaginarne il motivo.
Rileviamo il tutto non senza difficoltà e torniamo alla saletta di prima.
Valutiamo la via alta, la risalità è di circa 3mt, per fortuna dà un pò ho cominciato a dilettarmi in piccole arrampicate altrimenti non sarei mai riuscito a salire.
Do una rapida occhiata per vedere se il tutto merita di essere visto o se è solo una finestrella e poco dopo torno da Micky per raccontarle.
Nel frattempo sono tornati indietro Splash e Sgresenda e mi faccio passare la corda che hanno tolto per ancorarla a due grosse clessidre e permettere una salita e una discesa più agevoli.
Proseguiamo in quello che si presenta come un meandro ben più alto di quello appena rilevato.
Dopo qualche metro curva bruscamente a destra e sul fondo presenta una bella macchia di fango semi-secco e, a soffitto, un pipistrello schiaccia il proprio letargo.
Continuiamo per il meandro attraverso un sali scendi tra massi e distaccamenti vari, fino ad arrivare ad uno slargo della frattura che da origine al meandro stesso,  ci muoviamo  attraverso blocchi e incastramenti di rocce fino a trovare dei pezzi di legno sul pavimento.
Questo ci incuriosice non poco…
Continuiamo fino a raggiungere l’imbocco di uno stretto pozzetto.
Un sasso lanciato indica la presenza di una gran sala.
Splash torna indietro a recuperare la corda e armo su due clessidre.
Scendo nella sala.
La Sala non è altro che uno slargo della frattura che ha generato tutto il meandro, sul fianco destro si notano prima una piega di strati di roccia di dimensioni metriche e poi quello che sembra uno specchio di faglia.
Sul fianco sinistro le iniziali dei primi esploratori [ IVO   E   ENRI  ’95 ] dove Sgresenda provvede ad aggiungere le nostre iniziali [ CLICK   SPLASH    SGRESENDA    BOA   GGT – GGS  2012 ] e successivamente una vaschetta d’acqua formata dall’ abbondante stillicidio che scivola da un’ alta colata.
Il pavimento semi piatto presenta pochi ciottoli e sulla parte terminale uno spessore di fango dà su un alta finestra occupata da grossi macigni saldati insieme da fango e latte di monte.
Dapprima io e poi Splash ci prodighiamo nella risalita di questi, ma gli cedo il passo, è troppo fango-merdoso-sbrisssioso per i miei gusti, lui invece riesce nella risalita e si infila tra i massi che però occludono completamente presto il passaggio.
Decidiamo di cominciare il rilievo a ritroso verso la sala da dove siamo partiti concludendo il rilievo all’ omino che abbiamo fatto come caposaldo in centro sala.
Risalendo il pozzetto mi scappa un gemito da sforzo, il classico “Uaarrgh!” che ci accompagnerà per divertimento fino all’uscita.
Ma…
A metà strada circa notiamo un apertura più in alto di noi, risalendo troviamo la continuazione alta del meandro appena percorso, anch’esso nella stessa direzione della frattura.
Lo percorriamo con le stesse modalità del sottostante fino ad arrivare ad una zona dove la presenza di pezzi di legno è maggiore e l’aria si fà più forte.
Le nostre menti cominciano a vagare.

“Minchia, un secondo ingresso forse trovato abbiamo!”

“Eja!”

Chiedo a Splash se si ricordava l’aria dell’ ingresso in che direzione tirasse e la risposta è stata “verso l’interno”… uhm, anche qui l’aria tira dentro, ma qui ci sono addirittura le classiche zanzare che troviamo anche all’ingresso del Buso della Pisatela.
Esploriamo in lungo e in largo questa parte di grotta che a tratti presenta grossi accumuli di materiale e a tratti lunghi e lisci distaccamenti della volta.
Siamo entusiasti!
L’ultimo punto di nota è dato da Micky che prova a passare su di una fessura alta che dà in direzione opposta al meandro.
Qui troviamo anche qualche piccolo osso, lei ne prende uno e un grosso masso e li posa al di là della fessura che sembra dare su un ambiente più ampio.
Non abbiamo nient’altro da fare, torniamo quindi sui nostri passi e finiamo il rilievo sino all’omino.
Pappe e si riparte verso l’uscita…
Pensiamo che dobbiamo per forza ritornare per vedere dove va a finire questo posto.
Sgresenda ci stupisce con la sua inaspettata velocità e quando siamo all’Egiziana, Micky, ci fà notare una cosa molto interessante.
Giusto alla base dell’Egiziana ci sono il sasso e l’osso che aveva messo lei!
Ecco, risolto il mistero misterioso della forte corrente d’aria e dei rimasugli di legno e delle ossa.
Uffa, praticamente abbiamo fatto un anello che da Sala Caffè riconduce a ritroso all’Egiziana, alzandoci di circa 30mt senza accorgercene,  solo che per il momento serve poco a niente, ma, magari, un domani quando non ci saranno più soldi permetterà di arrivare dal fondo del primo pozzo a Sala Caffè senza neanche un metro di corda.
Se non altro abbiamo (forse) chiuso un capitolo lungo quasi vent’anni.
Risaliamo veloci,  Splash recupera un tratto della corda del primo pozzo e alle 18.30 siamo tutti fuori felici e contenti… nonchè infreddoliti.
E’ andato tutto liscio e la giornata è stata proprio fantastica.. era molto che non mi divertivo così tanto in grotta, un grazie ai miei compagni!
Ora son qui che mi riguardo il rilievo ed ho il presentimento che fosse già stato fatto, ma probabilmente non era ancora stato appurato che tutta questa zona andava a creare un by-pass..ora il by-pass “Osso Pollo”.

Uaaarrggghhh!!

Boa