Abisso Spiller 22/07/2012

Torniamo in Spiller, nei rami nuovi trovati la volta precedente dal G.G.Trevisìol su una cengia sul P80.
Ci troviamo con ritardi annessi (tanto par cambiare) al bar vicino al solito parcheggio di Caltrano…

…siamo Io, Mori, la Gabry, la Ceci (Loza) e SuperSimo del G.G.Schio, Ciube (Giulio), la Micky e Splash (Filippo the President) del G.G.Trevisìol …e Strapazza (Davide) del Geo Cai Bassano.

Partiamo alla volta del Verena e preleviamo Strapazza (Davide) del Geo Cai Bassano a Roana previo prelevamento (mooooooolto più importante direi …senza offesa per il Strapazza) di cibarie e bibite varie …tra le quali una mini Prugnetta, tanto per ricordare le serate post-laurea del “Simone un pò pallido”..
Arriviamo alla Malga, ci cambiamo sotto una giornata che, seppur bella e di temperatura decisamente gradevole, nasconde insidie all’orizzonte, tempo di far una foto di gruppo e via in direzione SPILLER.
Si parte con l’armo della prima parte del pozzone iniziale e, nell’attesa, io e Ciube tentiamo di agguantare delle vacche lì di passaggio ..Achtung: foto testimoniano che le vacche erano proprio vacche, no signorine che fan autostop…
Parte così la prima squadra, la disostruttiva composta da Micky, Mori e Ceci, poi la seconda squadra col compito di sistemar gli armi della zona nuova composta da Strapazza, la Ga e Splash.
Saran circa le 11 ormai e una timida grandine ci accompagna nell’attesa della discesa, siamo la terza squadra: io, Simo e Ciube.
Per me questa è una importante uscita, fin ora ho decisamente dedicato poco tempo al rilievo e ho decisamente bisogno di rimediare…
Ci troviamo tutti abbastanza velocemente in Sala Caffè, Splash a malincuore ci saluta, un fastidioso mal di denti lo costringe a levar le ancore (p.s.: un uomo entra in un caffè: splash)…. col resto del gruppo ci dirigiamo verso il l’Antibagno.
Qui comincia per noi il rilievo, Simo comincia a spiegarci come utilizzare Clinometro e Bussola, faccimao qualche foto e partiamo quindi col primo caposaldo dalla partenza del pozzetto che dà sulla saletta dell’Antibagno e in 3 battute siamo alla testa del P80.
Il traverso sul P80 fà perdere un pò di tempo alla comitiva e comincio decisamente ad infreddolirmi, Simo, da sotto, fà una rilevazione con il Disto poco prima di arrivare alla cengia, 35mt, annoto su carta e finalmente posso ripartire.
Il P80 mi si presenta nuovo, lo Spiller lo avevo sempre visto nella sua via “classica”, e questo è un bel pozzo, articolato… arrivo sul caposaldo, mi fermo su corda e annoto un altro paio di battute e finalmente eccomi sulla cengia.
Beh, mi aspettavo una cengia più grande a dir il vero (non so perchè) , comunque, dopo un traverso e un pendolo un pò aerei raggiungo i miei compagni su un saltino da pochi metri e lì ritroviamo Strapazza e Ga.
I due sono il rimasuglio della squadra di riarmo, anche se al momento del mio arrivo sembravano più Batman e Robin in un leggero momento di disputa nel quale la parte di Batman era sapientemente interpretata dal Poncho in modalità mantello sulle spalle della Ga.
La base del pozzetto appena superato, un ammasso di detriti, dà luce ad un gran finestrone, nero, di circa 5×7 su di un pozzone impostato lungo una frattura e avente un deciso rigolo d’acqua… un sasso mi permette di appurare che i metri di vuoto sono circa 40/50 e i led di vedere, oltre alla discesa, esattamente in corrispondenza dei nostri piedi ma ad una decina di metri, una promettente quanto scomoda finestrella e lungo la frattura generatrice un ulteriore possibile prosecuzione.
Ma non è la nostra destinazione per oggi…
Dunque superiamo Batman e Robin, che non rivedremo più fino all’uscita, e continuiamo sulla nuova zona precedentemente scoperta.
Superiamo un paio di pozzetti in successione facilmente dis-arrampicabili, sempre rilevando.
Oltre la base del secondo dei due, una specie di marmittone dà adito a due ulteriori possibili prosecuzioni, la prima però facilmente ricongiunge con le zone più basse attualmente in explo.
Continuiamo arrivando ad una saletta di crolllo, anche qui le prosecuzioni possibili sono multiple e, presumo, ancora da prendere in considerazione… seguiamo le corde, altro paio di pozzetti di poco conto e finalmente eccolo.
Nonostante l’ottimo lavoro della squadra disostruttiva i santi e le madonne si sprecano nella partenza di questo pozzone che, per fortuna, dopo pochi metri si apre, anch’esso impostato lungo una frattura..
25.02 segna il Disto, poco prima di toccare il fondo un ulteriore cengia con un rigolo d’acqua che tocca la base cosparsa di detriti, lì l’acqua ha dato vita a qualche metro di spesse concrezioni su fango.
Dalla parte opposta a dove siamo scesi la saletta è alta ben 19 metri e si nota una vasca di qualche metro di lunghezza ed il segno che ha lasciato l’acqua, segno che di lì prosecuzioni plausibili neanche l’ombra.
Tiriamo anche qui un paio di battute di rilievo, lunghezza della saletta 19 mt per una larghezza media di 3mt … non male.
Ma qui siamo ancora nella parte già esplorata la volta precedente.
A 3 metri dal punto di discesa parte un tubo impestato di fango nella quale si infila Micky che allarga e permette anche a me e Simo di passare, gli altri nel frattempo, vista l’ora, decidono di partire vrso l’esterno.
Peccato che l’aria tiri verso l’esterno e questo ci dà da pensare…
Dopo pochi metri di dis-arrampicata nel fango parte un meandrino ancora più fangoso, Micky disostruisce ancora una volta e passiamo.
Qui si ferma il nostro rilievo per il momento.
I due piccioncini si accingono a scavare verso il basso, in direzione acqua, io dò un occhiata più alto.
Qui l’ambiente si fà mooooooooolto più interessante, lascio le prime impronte su una saletta con del fanghetto fossile , quel fossile che si scaglia… ahhhhh, che bello abbandonare il fango di poco fà..
Non penso che qualcun altro avesse già avvistato questo pezzo di grotta. 😀
Mi accingo a perlustrare la zona, con un pizzico di emozione, la sala è larga sui 2 metri e lunga circa 4/5 metri con base piatta e pulita, un bel rigolo d’acqua.
Proseguo deviando leggermente verso sinistra e trovo una pozza d’acqua, la base di un piccolo pozzetto di un paio di metri, la cascatella che dà edito a questa pozza pulisce la roccia quasi a renderla rosea.
Proseguo ulteriormente scalando il pozzetto e mi ritrovo in un altro ambiente molto simile al precedente, anche qui altra saletta e pozza che dà su un pozzetto, entrambi più grandi dei precedenti, ma ugualmente puliti.
Salgo anche questo pozzetto, di cica 3 metri e proseguo subito su di un altro che però mi ferma.
Poco sopra infatti una frana ostruisce il passaggio, peccato.
Questi ambiente sono chiaramente generati dall’azione di erosione del fù torrente d’acqua, si nota infatti la classica serpentina stretta sulla volta sia delle salette che dei pozzi.
Ri-raggiungo Micky e Simo e proviamo ancora a disostruire lo stretto pertugio, ma dopo poco desistiamo, il posto è veramente infame e di sicuro lo Spiller ha di meglio da offrire.
Lentamente cominciamo anche noi la risalita e in breve raggiungiamo gli ultimi tra i nostri compagni.
Dopo tempo incalcolabile, stanchi di aspettare il “Libera” dalla partenza del P80 decidiamo di ridiscendere in cerca di prosecuzioni sul marmittone due pozzi più sotto.
Qui la seconda delle vie (che non vi ho descritto prima) sembra possa andar via da qualche parte, qualche lavoretto di livellazione della roccia permette di riuscire a lanciar un sasso e stimare la possibile prosecuzioen di un qualche pozzetto per circa una ventina o una trentina di metri.
Qui però dei dubbi ci insorgono, “sarà mica che ricollega con la base del P80?” ..mah, il P80 ha dello stillicidio verso il fondo, “senti acqua?” , “NO !” .. e quindi anche qui un bel punto interrogativo per le prossime explo.
Ripartiamo per i meandri, carichi come sherpa, io e Micky evitiamo a Simo le fatiche alla spalla (malandata) portando il suo sacco… tant’è che a un certo punto mi paragonano ad un albero di Natale, mi ritrovo a portar un sacco tubolare arancio + sacco bianco medio + personale mio rosso + sacchetta di rilievo gialla…
Lunghe ore ci portano a ritrovare il Mori, affaticato,  poco prima della strettoia dell’ “Egiziana”.
Con molta calma saliamo il primo pozzo, qui sbologno il tubolare a Simo, in salita non ha problemi e io son affaticato, se non chè mi accorpo il tubolare del Mori che, ahimè è più affaticato di me..
Poco male, se non fosse che il mio stato di avanzato spossamento mi fà venir crampi dolorosi su tutto il braccio sinitro.
Tento un pò di stretching, quel che basta per arrivare alla priam cengia.
Lì mi riposo e mi stiro i malandati muscoli e il Mori mi raggiunge, anch’egli con i muscoli frantumati dai crampi.
Una baby-salamandra osserva indisturbata sti due poveri “vecchi” intenti a sgranchirsi.
…ahhhh, no go pi venti anni…
Micky ormai è già fuori.

Ed eccola, vedo la luce, siamo fuori.
Le luci dei compagni ci vengono incontro, son le 23.30.
Raggiungiamo veloci le auto e scrocco un messaggio al Strapazza augrandomi che la mia cara, ansiosa e premurosa mamma non abbia chiamato i soccorsi… per fortuna non è così.
Tentiam invano di mangiar un boccone dalla cara “Piera” alla pizzeria Las Vegas, ma ahinoi, l’ora è tarda, troppo tarda.
Non resta altro che raggiungere i nostri amati letti e ristorarci per la dura giornata successiva.
Un pensiero và a Splash, che con il suo mal di denti non ha potuto appieno condividere con noi l’ottima giornata d’amicizia e lavoro.

Ciauz

Boa

P.s: un giorno o l’altro cercherò anche di essere più breve nei miei resoconti…